l’ORA del TE’ – Performance Teatrale

l’Ora del TE’ – @Andrea Pecchioli, foto dell’edizione dell’Ora del Te del 2021 all’ interno del Festival Open City dì Scandicci al Parco dell’Acciaiolo

Giovedì 13 Luglio, dalle 17:00 alle 20:30 info e prenotazioni: 3204229493

A voler cercare qualcosa su questo spettacolo, ci sono diversi particolari che saltano subito all’occhio, ma forse quella che incuriosisce di più è la dicitura: “evento-esperienza” sono due parole che messe insieme attirano sicuramente l’attenzione, cosa c’è dietro una “presentazione” così importante?
@Andrea Pecchioli, 2021 Festival Open City. Scandicci. Parco dell’Acciaiolo

La scelta di utilizzare queste parole nasce dal fatto che, per come é costruito, L’ora del te non si configura come uno spettacolo tradizionalmente inteso, con uno spettatore che partecipa seduto al buio, lontano dal palcoscenico, ad ascoltare, perchè dall’attore viene richiesto al pubblico una partecipazione attiva, di entrare realmente in dialogo con lui. Con un gioco di parole potremmo anche dire che in questo nuovo contesto lo spettatore diventa anche lui uno “spett- attore”. Per questo abbiamo deciso di trovare altre parole come “esperienza – evento” per presentare L’ora del te, ci sembravano semplicemente più adatte.

 

So che la proposta prende ispirazione da un progetto innovativo e brillante nato nel 2000 in Danimarcadove era possibile prendere in prestito, invece di un libro, una persona per mezz’ora e ascoltare la sua storia, come hai tratto spunto e sviluppato questo spunto nell’ambito teatrale? Cosa si deve aspettare chi vive quest’esperienza?
@Andrea Pecchioli, 2021 Festival Open City. Scandicci. Parco dell’Acciaiolo

Si esattamente L’ora del te è dichiaratamente ispirato alla Human Library. Fin dall’inizio quello che mi colpì di questo progetto originale fu la possibilità di creare degli autentici, reali momenti di dialogo tra persone sconosciute, diverse per storie personali, culturali, di provenienza. Mi sembrava poi, da un punto di vista teatrale e drammaturgico, un esperimento interessantissimo per permettere allo spettatore di entrare in una dimensione di grande intimità con l’attore e in una condizione di ascolto “attivo” e “responsabile”. Ciascuna storia è stata preparata e decisa durante il corso che si é tenuto a Casa Caciolle e nessun dettaglio nel racconto viene lasciato al caso, nella scelta di come parlare, come usare la voce il corpo. Nell’Ora del te, un aspetto assai importante diventa la ‘scena’, il contesto in cui si svolge questo incontro tra attore e spett-attore. In questa nostra versione diventa essenziale cioè oltre al contenuto, le storie personali di ciascun attore, anche la forma, teatrale, poetica, per noi bella: in un giardino, una sala da the con tavoli decorati con pizzi e rose, dove due camerieri in livrea accolgono il pubblico, mentre una cantante in abito da sera canta e il pubblico può fare un incontro speciale con un ospite inatteso, dialogando con lui in un clima di convivialità offerta dal cibo e dal bere insieme.

Il binomio Krill Teatro Elisa Taddei ormai ha raggiunto 15 anni di esperienze (dal 2008 ad oggi) ed avventure teatrali, cosa ti hanno lasciato tutti questi anni e cosa ancora vuoi e pensi di poter realizzare? Cosa cerchi di suscitare nel pubblico o forse sarebbe meglio chiederti cosa prendi e cosa lasci al pubblico nelle tue produzioni?

La mia esperienza teatrale con Krill Teatro è legata da tanti anni al lavoro che svolgo nel carcere di Sollicciano. Un’attività che faccio con grande passione perché in questa dimensione ritrovo il senso del fare teatro, inteso come possibilità di entrare e portare bellezza in contesti extra-teatrali come carceri, ospedali, istituti minorili .., come possibilità di generare un cambiamento nelle persone e nei luoghi in cui queste persone vivono; anche perchè credo che il teatro, attraverso il racconto di una storia, sia in grado, più di ogni altra forma d’arte, di arrivare al cuore di quello che accade intorno a noi, nella società. Il teatro rappresenta, ancora prima della sua fisicità, l’antitesi per eccellenza del carcere: tanto quest’ultimo impedisce ogni forma di libera espressione di sè, tanto il teatro possiede la forza di creare “incantesimi”, “magie”, straordinarie “fantasie” ovunque venga messo in atto. Veramente ovunque. Il teatro in carcere acquista una forza dirompente, proprio per lo scontrarsi di questi due poli opposti. Per quanto riguarda il rapporto con il pubblico ho sempre cercato di fare degli spettacoli in cui lo spettatore si sentisse coinvolto, potesse uscire dal teatro pensando che quella storia riguardasse anche lui.

@Andrea Pecchioli, 2021 Festival Open City. Scandicci. Parco dell’Acciaiolo
Parliamo di CasaCaciolle e della possibilità che la Fondazione Carlo Marchi ti ha dato nel realizzare questo progetto, è un posto nuovo, molto affascinante e il progetto si è diramato in una serie di iniziative tra cui la tua che hanno consentito a molte persone di vivere diversi aspetti della produzione teatrale, come si è svolto? Come hai vissuto quest’opportunità? Si è creato qualcosa di nuovo?

La Fondazione Marchi ha deciso con il bando 2022 di sostenere il progetto L’Arte della Cura di Casa Caciolle di cui io ho curato una parte, quella del laboratorio teatrale che ha coinvolto persone che risiedono nella struttura di Casa Caciolle e liberi cittadini. Per me e Monica Santoro, che mi ha accompagnato in questa attività, è stata una bella esperienza, sopratutto perché abbiamo creato un piccolo gruppo di allievi, molto eterogeneo, e questo è una forza che si vedrà nella performance finale del 13 luglio. Ricordo che chi volesse partecipare deve prenotare al 3204229493

 

 

Marco Giavatto intervista ad Elisa Taddei

Giovedì 13 luglio, dalle ore 17:00 alle ore 20:30

info e prenotazioni – 3204229493

 

 

 

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