Gli artisti, la musica, la poesia che hanno fatto grande il rock.
Mercoledì 28 giugno, ore 21:00 info e prenotazioni: eventi.casacaciolle@gmail.com – 3201832620
Serena è co-fondatrice della compagnia IgeneticamenteMortificati e dell’Argante ma quando si prende del tempo della musica, muta pelle e incanta, l’abbiamo intervistata in vista del prossimo evento del festival L’Arte della Cura a #casacaciolle. Questo è anche il festival dei Deja Vu in qualche modo, avete curato i minimi particolari del progetto, com’è organizzare qualcosa di nuovo in uno spazio nuovo? Tanta musica, tanta arte e poi voi in concerto…
Come Déjà Vu ci siamo insinuati con grande slancio in questo meraviglioso progetto. Inizialmente è stato davvero entusiasmante perché si aveva una tavolozza bianca da poter dipingere potenzialmente con tutti i colori che volevamo. E finché si è trattato del lato artistico non ci siamo accorti della fatica. Abbiamo cominciato un po’ a cedere quando ci siamo dovuti occupare di qualsiasi aspetto riguardasse quello che il progetto ambiva ad essere e che riguardava quindi il lato squisitamente tecnico – in tutte le accezioni del termine-, di promozione, di produzione, di gestione, di organizzazione. Fortunatamente tutto il progetto nasce e si realizza di volta in volta con il sostegno e l’aiuto di professionisti senza pari (Elisa Taddei, Marco Giavatto, Gisella Buttera, Matilde Gori, Monica Santoro). Riuscire a concertarsi ha permesso quello che siamo riusciti a concretizzare e che si è manifestato Mercoledì scorso con la prima data del nostro Festival: uno spettacolo-concerto meraviglioso in un contesto senza pari a Firenze (e lo dico davvero senza presunzione).
Sono tanti gli anni oramai che suonate insieme, in tantissimi posti! Questa musica è ancora la più gettonata? Cos’è che la rende così affascinante e nello stesso tempo orecchiabile e senza tempo?
Non so se è la più gettonata. Quello che posso dire è che continua a far battere tanti cuori, delle vecchie e delle nuove generazioni. É una musica che parla di temi universali e potenti, senza filtri e racconta di un tempo che fu ma che continua ad infiammare senza soluzione di continuità. Il rock degli anni ’60 e ’70 porta con sé la poesia della controcultura, un respiro di libertà, di sincerità, di presa di posizione che oggi purtroppo, a mio avviso, fa fatica a rinascere se non in pochi ed esclusivi contesti. Ha più di mezzo secolo ma se ti risuona, se vibra alla tua frequenza lo riconosci. Puoi avere 90 anni o 9 mesi, ti appartiene e non puoi non goderne.
Una formazione familiare per certi versi, passate tanto tempo a provare e a curare i particolari, vi divertite sempre a suonare il repertorio? E quand’è che decidete di aggiungere qualcosa di nuovo ?
Lo zoccolo duro rimaniamo i tre irriducibili (io, Gianfranco e Matteo). Suoniamo insieme da 7anni modificando e aggiustando le cose anno dopo anno. Abbiamo perfezionato (e continuiamo a farlo) le armonizzazioni a tre voci di molti brani dei nostri gruppi preferiti (CSN&Y uno per tutti – dal cui album Déjà Vu abbiamo preso il nome della band tra l’altro) e continuiamo a studiare con meticolosità tutto quello che impreziosisce ciò che scegliamo di mettere in repertorio. Ci interessa fare un lavoro certosino sopratutto perché la nostra cifra stilistica si articola nel ri-arrangiare i brani rock in acustico; questo ci obbliga a studiare a fondo ogni arrangiamento per poter restituire merito al brano stesso rimanendo sempre fedelissimi al sound che ha reso immensi quegli anni.
Mi sapresti dire ad occhio e croce quanti concerti avete fatto? E sopratutto, qual è il segreto della vostra longevità come gruppo? E se c’è un piccolo sogno o obiettivo che ti piacerebbe\ vi piacerebbe raggiungere…
Oddio quanti concerti non saprei davvero. Il segreto della nostra longevità è l’amore incondizionato che condividiamo da sempre per alcune band ma sopratutto per il contesto in cui sono nate. Tutti e tre nutriamo una devozione per gli anni ’60-’70, per l’America di quel tempo, per quell’illusione che ci portiamo dentro di pace e amore a tutti i costi. Il mio piccolo sogno personale è poter replicare nuovamente Into the Woodstock, lo spettacolo andato in scena nel 2019 al Teatro Cantiere Florida: uno spettacolo immersivo con 18 attori in scena e musica dal vivo che racconta l’ascesa e la presunta disfatta del movimento hippy dal ’63 al ’69. Mi piacerebbe poterlo portare ancora alla luce in nuovi contesti e con l’entusiasmo che ha appassionato tutte le numerose persone che hanno partecipato alla realizzazione, rinnovato.
Mercoledì 28 giugno, ore 21:00
info e prenotazioni
eventi.casacaciolle@gmail.com – 3201832620