Melodie, versi e storie di donne che hanno cantato canzoni indimenticabili o la cui storia è diventata musica. Questo concerto è dedicato a loro, a queste muse, all’ispirazione che hanno saputo infondere e all’amore.
Mercoledì 21 giugno, ore 21:00 info e prenotazioni: eventi.casacaciolle@gmail.com – 3201832620
Abbiamo avuto l’occasione di intervistare La Voce – Monica Santoro al quale cominciamo con farle i complimenti questo è uno spettacolo\concerto molto particolare, anche solo per il fatto che ci saranno canzoni cantate in Russo, Italiano e in Francese e poi è dedicato alle donne cosa deve aspettarsi il pubblico venendolo a vedere?
Direi che ci si può aspettare un vero e proprio viaggio fatto di musiche e parole che attraversa quasi un secolo. Si ascoltano sonorità e lingue anche poco conosciute, si raccontano le storie dietro le canzoni. Questo per me ha una grande importanza: intanto si porta avanti la memoria di brani e interpreti diverse affinchè la loro musica rimanga sempre nei nostri cuori, poi ci si prende il tempo per spostarsi tra luoghi lontani e viverli ‘ascoltandoli’. E’ un lusso, quello del ‘prendersi tempo’ per immaginare e ascoltare, che non si ha sempre. I concerti, il teatro, tutte le arti dal vivo danno questa possibilità e per me è sempre un onore portare chi ascolta in luoghi lontani, a me cari. Inoltre mai come ora è necessario sentire come la musica il teatro e l’arte in generale appartengono a tutti… la loro funzione è quella di coltivare il dialogo e la pace, che sono gli elementi forse tra i più belli del genere umano. Cantare in lingue diverse mi da la gioia di abbracciare una bella fetta di mondo e spero che il pubblico senta il calore di quest’abbraccio.
Possiamo definire la tua carriera straordinaria e molto affascinante? Hai praticamente fatto tutto dal cinema, al teatro, ai concerti in tante lingue ed occasioni, tutte queste esperienze si conciliano tra loro? Riesci sempre a portare un pezzo di ogni tua storia nei tuoi spettacoli?
Credo che tutto quello che ho fatto sia intriso della mia storie e delle mie esperienze e viceversa. Sicuramente la cura per l’ascolto, così come l’amore per la musica arrivano da mio padre Rosario che è musicista, ma anche dai maestri straordinari con i quali ho lavorato in Russia: il mio insegnante di Recitazione all’Accademia di San Pietroburgo, Jurij Krasovskij, e poi Pjotr Fomenko, regista russo leggendario con il quale ho lavorato fino al 2012, anno della sua scomparsa. Fomenko faceva le regie lavorando come un direttore d’orchestra, componendo partiture musicali, gestuali e vocali bellissime e sofisticate. Soprattutto amava i suoi attori e sapeva l’importanza di lavorare insieme, in gruppo. Sono stata molto fortunata a vivere il teatro tra Paesi diversi, nonchè a potermi mettere alla prova in ambiti diversi. Sì, tutto si concilia. L’importante è avere sempre qualcosa da dire quando si va in scena e, natutalmente, sapere come dirlo.
Pazi, Venturin, Pedol rispettivamente chitarra classica, fisarmonica e contrabasso sono i musicisti che ti accompagneranno per lo spettacolo A Lei, sembra tutto molto interessante a cominciare dai temi e dagli strumenti che sentiremo, come è nata la vostra collaborazione? Cosa ci puoi dire dell’atmosfera che si istaura nel sentirvi suonare?
Sull’atomosfera ti potrei dire che da dentro è stupendo essere in dialogo e attraversare ogni brano insieme a loro. Sono musicisti meravigliosi e, soprattutto, persone bellissime con le quali è sempre interessante e stimolante lavorare. Abbiamo iniziato a collaborare in momenti diversi con ognuno di loro dopo che mi sono trasferita a Firenze, sette anni fa, e tutto è nato in modo molto naturale e spontaneo. Lavoriamo con gioia, con grande cura e ascolto. Sono molto fortunata perchè, oltre a questo, hanno tutti percorsi molto diversi tra loro e io cantando con loro imparo tantissimo.
Edith Piaf, Isabella Jur’eva sono state delle grandi interpreti e artiste in che modo ti sei ispirata a loro? Prima di congedarci ti chiedo di raccontarci cos’è che questo genere di spettacolo e questa musica contiene e che fa in modo, dopo così tanti anni, di rapire ancora le emozioni del pubblico.
Edith Piaf e Isabella Jur’eva hanno sempre parlato d’amore con grande intensità e hanno, appunto, amato la loro arte e chi le ha ascoltate. Questo loro coraggio di essere completamente dentro il loro fare arte mi ha sempre colpita. Questo genere di spettacolo è un modo per rendere omaggio a questo coraggio di stare in scena, con il proprio vissuto, in virtù e nonostante tutto. E’ anche un modo per portare – spero – una parte di quel modo di fare teatro di cui ho fatto esperienza e che nasce appunto quando si è in dialogo profondo con i propri partner in scena e con il pubblico. Con Mikhail, Samuele e Filippo siamo riusciti a trovare questo stare in dialogo, così prezioso e mai scontato. Spero di riuscire a essere in dialogo anche con chi sarà con noi e far rivivere e ricordare musiche e storie straordinarie.
Marco Giavatto
Monica Santoro – Voce, flauto traverso. Dall’età di dieci anni si dedica allo studio della musica, flauto traverso e ottavino. Laureata in Recitazione all’Accademia d’Arte Drammatica di San Pietroburgo e in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Urbino, dal 2007 è attrice del Teatr Masterskaja P. N. Fomenko/Teatro Laboratorio Moscovita di Pjotr Fomenko. Come cantante ha collaborato con cantautori russi del calibro di Sergej Nikitin, Elena Frolova, Elena Kamburova. Nel 2015 il compositore Leonid Desjatnikov la invita a partecipare come voce solista all’esecuzione dal vivo della colonna sonora del film Moskva all’interno del Festival dedicato ai suoi sessant’anni, con concerti a Mosca (al Teatro Bol’shoj), al Djaghilev Festival di Perm’, al Levitanovskij Festival di Pljos. Per Leonid Desjatnikov lavora come voce narrante in lingua francese nel CD ‘Incidental’, uscito nel 2017. Incide colonne sonore per spettacoli al Teatro di Figura di Sergej Obraztsov e al Teatro di Figura Moscovita. Dal 2012, con un gruppo di musicisti moscoviti di formazione diversa, realizza due concerti spettacolo: Concerto avventuroso all’italiana, un viaggio musicale dedicato all’Italia e alla musica italiana anni ’50 e ’60 e un concerto-spettacolo dedicato a grandi interpreti femminili che hanno lasciato il segno nella musica del Novecento. Debutta al cinema con Pavel Chukhraj, regista de Il ladro, candidato all’Oscar nel 1997, nel film Cold Tango, uscito a giugno 2017. Dal 2010 collabora con la rivista ‘Catarsi – Teatri delle Diversita” come corrispondente da Mosca. Nel 2017 traduce Il giardino dei ciliegi di Anton Chekhov per il Laboratorio Teatrale del Teatro ‘Verdi’ di Pisa. In scena a dicembre 2017.
Mikhail Pazi – Chitarra Classica. Nato a San Pietroburgo (Russia), intraprende lo studio della chitarra classica con il M° Anatoli Khvan per poi proseguire con il M° Evgeni Larionov. Nel 2003 si trasferisce in Italia dove continua i suoi studi con il M° Flavio Cucchi presso l’Istituto Musicale Pareggiato “P. Mascagni” di Livorno e vi si diploma con il massimo dei voti e la lode. Nel 2014 consegue il diploma del Biennio di didattica dello strumento musicale presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze, cum laude. Segue dei seminari e masterclass con maestri di fama internazionale, come Alberto Ponce, Luc Vander Borght e Oscar Ghiglia. Distintosi in numerosi concorsi nazionali e internazionali tra cui il XIII Concorso Internazionale Biennale di Chitarra “Emilio Pujol” di Sassari, Concorsi di Chitarra “Riviera Etrusca” e “Giulio Rospigliosi”. Dal 2010 al 2013 Mikhail ha guidato le attività di musica di insieme e orchestra di chitarre per i giovani chitarristi nell’ambito del Festival Internazionale “Chitarrae” a Bivigliano (FI). Nel 2010 è stato invitato al Festival Les Internationales de la Guitare a Montpellier. Dal 2004 al 2012 è stato membro del quartetto di chitarre 24 Corde Ensemble, il quale nel 2008 ha ottenuto il “Premio Monte dei Paschi di Siena” per il miglior gruppo da camera al Corso di Chitarra tenuto all’Accademia Musicale Chigiana dal M° Oscar Ghiglia”. Nel 2011 il quartetto registra il disco Besides di musiche di Bach, Vivaldi, ma anche di Dyens, Piazzolla, Brouwer e Bellinati. Docente di chitarra presso Scuola Media ad Indirizzo Musicale “L. Pirandello” di Firenze.
Samuele Venturin – Fisarmonica. Suona fisarmonica, chitarra e basso elettrico, i suoi studi lo portano ad amare l’improvvisazione radicale e la musica di ricerca, collabora stabilmente con alcuni tra i più importanti musicisti italiani in questo campo. Inizia giovanissimo una attività concertistica che lo porta a suonare sui palchi di festival e teatri, nei club e per le strade in Italia e all’estero. Realizza la sua idea musicale con Motociclica Tellacci, Silent Amigdala, Daloa, Tonio Manasca, Primitive Tecnology, ZA, Ricovera, è strumentista in una decina di gruppi e formazioni che vanno dal jazz rock al free jazz, dalla musica rituale africana alla canzone d’autore italiana, dalla colonne sonore per il cinema ai sottofondi per poesie, favole o audiolibri. Ha lavorato con la cantante Caterina Bueno e alcuni collettivi di ricerca etnomusicologica impegnati nella riscoperta del repertorio tradizionale della Toscana.
Filippo Pedol – Contrabasso. Diplomato in contrabbasso presso la scuola di musica di Fiesole. Suona sia nel’ambito Classico che Jazz , con esperienze nella musica latina. Ha suonato con Javier Girotto, Antolenno Salis, Eugenio Colombo. Collabora con diversi gruppi e musicisti dell’area toscana. L’ultimo progetto internazionale è la partecipazione al Chicago Tuscany Underground. Partecipa alla realizzazione di CD con i gruppi Hovercraft, Really The Blues, il gruppo Archea, un ensamble di musica classica in quintetto, e con Enrico Fink.nell’album “Il Ritorno Alla Fede Del Cantante Di Jazz”.
Mercoledì 21 giugno, ore 21:00
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