“Esisterà da qualche parte, ne sono certo, la vera entità della Sicilia. Lì convivono tutte le civiltà che vi sono passate. In quel posto, si attende con smania la prossima conquista. Lì io vivo e sono nato. Di contro, non sento il bisogno di tornare in quella reale, luogo che ormai ha smarrito la
propria origine.”
Marco Giavatto
La Sicilia di oggi supera ogni possibile previsione pirandelliana. Corre via, oltrepassando l’immaginazione collettiva, disintegrando la memoria del singolo individuo e della storia. Sarà forse colpa dei tempi rapidi in cui viviamo? Tutto cambia così velocemente da non lasciarci il tempo di ricordare e chi, disgraziatamente, prova a farlo rimane incastrato.
Finalmente il Lupo ci è riuscito: si è camuffato talmente bene da confondere gli agnelli prima di mangiarli. Con sua grande sorpresa, però, ha scoperto che, tra loro, c’è qualcuno che ha sempre voluto fare il lupo… allora che fare? Mangiarli tutti o istruire gli agnelli a sopprimere altri agnelli?
Infine, può un’isola che è stata di tutti rifiutarsi di accogliere il cambiamento?
“Un amore tormentato non è per forza quello tra due esseri umani, ma spesso e volentieri quello di un uomo verso se stesso. Quando nasci da una Madre e in una Terra sei portato naturalmente ad amarla. Punto. E una volta che la ami, odi il fatto di doverla amare. Se la Madre in questione, terra o donna che sia, è qualcosa di lontanissimo da te, in cui tu non riesci a catalogarti – perché, se conosci un po’ la storia, non puoi accettarlo – questo fa malissimo. Io c’ero, ed ero però piccolissimo, quando sono morti Falcone e Borsellino. La Sicilia era stata scenario di guerra, ma, dopo un brusio generale, la Sicilia non è cambiata. Quello è stato per me l’atto di separazione totale fra me e la Sicilia, per cui non ci possiamo più avvicinare. Vi è, anzi, un fatto scientifico: la Sicilia si allontana dall’Italia, 3 mm all’anno. E’ alla deriva, come se non riuscissimo – per una forza centrifuga – a ritoccarci più, e prima di fare il giro e incontrarci di nuovo dall’altra parte ci vorranno milioni e milioni di anni. E’ come se ogni tentativo compiuto per riavvicinarsi ci facesse staccare ancora di più l’uno dall’altra. E’ dolorosissimo.”
Scritto da Marco Giavatto
Diretto da Serena Politi
Con Giuliana Frasca, Paolo Biagioni, Fulvio Ferrati e Marco Giavatto
E con Settimio Cavuoti, Pierluigi Logli, Naeem Malik e Renato Toppi
Luci e musica: Luciano Politi
Assistente alla regia: Irene Bechi
Organizzazione: Silvia Bedessi
Progetto grafico e Direzione di produzione: Stefano Chianucci
TEATRO DEL BORGO
Via di S. Bartolo a Cintoia, 97 – Firenze