Il cinema italiano dagli anni ‘50 agli anni ‘80 ha rappresentato un pilastro della cultura nazionale, vivendo una stagione d’oro che ha influenzato profondamente la società. Questo periodo è stato caratterizzato da un incredibile boom economico e creativo, con un impatto significativo sulle abitudini degli italiani e sulla loro visione del mondo. C’è un’ evoluzione del cinema italiano in questi decenni, il suo apice, ma anche il suo successivo declino e che ruolo ricopre oggi nei favolosi anni ’20 del 2000?
Il Boom del Cinema Italiano negli Anni ‘50 e ‘60
Negli anni ‘50, l’Italia usciva dalla devastazione della Seconda Guerra Mondiale e si avviava verso un periodo di ricostruzione economica e sociale. Il cinema diventava uno strumento chiave di aggregazione e intrattenimento, con le sale cinematografiche che si riempivano di spettatori desiderosi di svago e di storie in cui potersi riconoscere.
L’epoca del Neorealismo, nata negli anni ‘40, lasciò gradualmente il posto a un cinema più variegato e commerciale. Le commedie all’italiana, con registi come Dino Risi, Mario Monicelli e Pietro Germi, iniziarono a dominare il panorama cinematografico, offrendo un mix di umorismo e critica sociale. Film come “I soliti ignoti” (1958) e “Il sorpasso” (1962) divennero icone di questo periodo.
Parallelamente, grandi maestri come Federico Fellini e Michelangelo Antonioni contribuirono a definire un cinema d’autore di respiro internazionale. Fellini, con “La dolce vita” (1960), raccontò il fascino e la decadenza della Roma dell’epoca, mentre Antonioni esplorò l’alienazione e il cambiamento sociale in pellicole come “L’avventura” (1960).
Le sale cinematografiche divennero un punto di riferimento per gli italiani: il cinema era il principale mezzo di intrattenimento di massa, un luogo dove il pubblico poteva confrontarsi con nuove idee e modelli di vita. L’industria cinematografica italiana si impose anche all’estero, grazie a produzioni che conquistarono premi prestigiosi e ridefinirono il linguaggio cinematografico mondiale.
Il Cinema degli Anni ‘70 e l’Impatto sulla Società
Negli anni ‘70 il cinema italiano attraversò una fase di trasformazione, riflettendo il clima politico e sociale turbolento dell’epoca. La contestazione giovanile, il terrorismo e i mutamenti culturali si rifletterono nelle pellicole, dando vita a film più impegnati e provocatori.
Il genere poliziesco, con film come “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (1970) di Elio Petri, affrontava il tema del potere e della corruzione, mentre il cinema d’autore continuava a proporre opere di grande spessore, come “Amarcord” (1973) di Fellini. Nel frattempo, il cinema di genere prosperava con il giallo all’italiana di Dario Argento e il cinema erotico di Tinto Brass.
Questo decennio segnò anche un cambiamento nel rapporto tra il pubblico e il cinema: la televisione iniziava a diffondersi capillarmente nelle case italiane, sottraendo spettatori alle sale cinematografiche. Ciononostante, il cinema rimaneva un punto di riferimento per il dibattito culturale e sociale.
Due Esempi Emblematici: “Nuovo Cinema Paradiso” e “Splendor”
Negli anni ‘80, il cinema italiano iniziò a raccontare sé stesso e la propria storia. Due film simbolo di questa riflessione sono “Nuovo Cinema Paradiso” (1988) di Giuseppe Tornatore e “Splendor” (1989) di Ettore Scola.
“Nuovo Cinema Paradiso” è un inno all’amore per il cinema e al ruolo che esso ha avuto nella crescita personale e collettiva. Ambientato in un piccolo paese siciliano, il film segue la storia di un bambino che scopre il fascino del grande schermo grazie alla guida di un anziano proiezionista. La pellicola celebra la magia del cinema e il suo potere di unire le persone, ma mostra anche la sua crisi, con la progressiva chiusura delle sale.
“Splendor” di Ettore Scola affronta lo stesso tema da un’altra prospettiva: la storia di un gestore di una sala cinematografica in declino, che lotta contro l’inesorabile cambiamento dei tempi. Il film rappresenta la fine di un’epoca, con il passaggio da un cinema vissuto come esperienza collettiva a un nuovo modello di fruizione più intimo e privato.
Il Declino del Cinema in Italia
A partire dagli anni ‘80 e ‘90, il cinema italiano entrò in una crisi sempre più evidente. La concorrenza della televisione, l’ascesa delle videocassette e, successivamente, delle piattaforme digitali cambiarono radicalmente le abitudini del pubblico. Le grandi produzioni diminuirono e molte sale cinematografiche chiusero i battenti.
Il cinema italiano perse parte della sua rilevanza internazionale, con sempre meno film capaci di competere a livello globale. Ciononostante, alcuni registi come Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone continuarono a tenere alto il prestigio del cinema italiano con opere di grande valore artistico.
Il Cinema negli Anni ‘20 del 2000
Oggi il cinema sta vivendo una nuova fase di trasformazione. L’avvento delle piattaforme di streaming come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ ha reso i film accessibili ovunque e in qualsiasi momento, cambiando il modo di fruire il cinema.
Le sale cinematografiche, già in difficoltà, hanno subito un ulteriore colpo con la pandemia di COVID-19, che ha accelerato il declino della visione collettiva nelle sale. Tuttavia, c’è ancora spazio per la magia del grande schermo: festival come la Mostra del Cinema di Venezia continuano a promuovere il cinema d’autore, e nuove tecnologie come il cinema in realtà virtuale stanno aprendo nuove possibilità creative.
Il cinema italiano dagli anni ‘50 agli anni ‘80 ha vissuto una stagione di gloria, influenzando profondamente la società. Oggi, pur con le sfide del digitale e della globalizzazione, il cinema continua a reinventarsi, dimostrando che la passione per il grande schermo non è destinata a scomparire.
Marco Giavatto