L’Argante 173 – L’Antica Spezieria, ospedale Serristori. Riapre le porte.

TAGLIO DEL NASTRO A VILLA SAN CERBONE

 

L’ANTICA SPEZIERIA DELL’OSPEDALE SERRISTORI DI FIGLINE VALDARNO HA RIAPERTO LE PORTE AL PUBBLICO.

Tra i preziosi oggetti riportati a nuovo splendore, il dipinto del pittore fiorentino Matteo Rosselli intitolato “Testa di Cristo” che è tornato alla magnificenza originaria. Tutto è stato possibile grazie all’impegno e al contributo economico del Calcit Valdarno Fiorentino che da sempre si batte per il decoro e il funzionamento dello storico Ospedale di Figline. L’opera del Rosselli, dopo il recupero messo a punto dalla restauratrice valdarnese Manola Bernini, è dunque di nuovo custodito nell’Antica Spezieria. L’ intervento di riqualificazione della Spezieria ha visto il coinvolgimento della FONDAZIONE SANTA MARIA NUOVA DI FIRENZE.

 

La Fondazione Santa Maria Nuova  nasce per volontà dell’Azienda Sanitaria di Firenze, ora confluita in USL Toscana Centro, per tutelare, promuovere e supportare le attività dell’Azienda. Svolge attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni di interesse storico-artistico di proprietà dell’Azienda e promuove progetti di sperimentazione ed organizzazione tecnica e tecnologica dell’USL Toscana Centro. Si occupa di gestire ed amministrare le attività connesse al percorso museale dell’area monumentale dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, comprese le attività di sviluppo e promozione del museo e di organizzazione degli eventi. La Fondazione, inoltre, si occupa di sostenere interventi a favore del patrimonio storico-artistico dell’Ospedale e svolge funzione di sostegno all’Azienda Sanitaria.  Nella Fondazione dal 2020 sono confluite le funzioni e le attività culturali proprie dell’Associazione “CENTRO DI DOCUMENTAZIONE PER LA STORIA DELL’ASSISTENZA E DELLA SANITA’, COMPRESA LA GESTIONE DELLA BIBLIOTECA APPARTENENTE AL SUDDETTO CENTRO.” Per raggiungere tali scopi la Fondazione, attrae finanziamenti e promuove attività di raccolta fondi presso persone fisiche, giuridiche, enti pubblici e/o di qualsiasi natura e svolge, in proprio o con altri soggetti pubblici e privati, attività strumentali e finalizzate.

In questa importante attività di tutela e di valorizzazione dei beni storici ed artistici è inserito l’Ospedale Serristori di Villa San Cerbone.

Conosciamo piu’ da vicino la sua storia:

Lo “Spedale” della SS. Annunziata di Figline, destinato all’accoglienza dei poveri e degli ammalati, fu fondato nel 1399 da Ser Ristoro di Jacopo Serristori. Il nosocomio crebbe nell’area centrale di Figline, occupando un lato dell’attuale Piazza Ficino fino al 1890, quando fu trasferito più distante dal centro del paese, nella Villa di San Cerbone dove si trova tuttora l’Antica Spezieria. Per il nuovo Spedale il pittore fiorentino Giovanni di Tano Fei realizzò nello stesso 1399 un polittico ora smembrato, citato negli inventari cinquecenteschi dello Spedale sull’altare della cappella. Il centrale con la Madonna col Bambino e Angeli è ancora conservato nei locali della Spezieria, mentre i laterali con i Santi Giacomo e Giovanni Battista e i Santi Andrea e Antonio Abate appartengono a collezioni private. Si trova tuttora nella cappella dello Spedale l’Annunciazione del pittore Ludovico Cardi detto il Cigoli (1559-1613) del 1580 circa, un’altra delle numerose opere realizzate per i vari locali dell’istituzione.

Dell’antica farmacia, nata presso lo Spedale nella prima metà del Cinquecento e rinnovata nel 1724, si conserva parte dell’arredo cinquecentesco (cassettiere, scaffali), con integrazioni risalenti al ‘Settecento e al momento del trasferimento della sede. Vi sono esposti ritratti e soprattutto oggetti d’uso di ceramica e di vetro dal XV al XIX secolo. Secondo gli inventari più antichi lo Spedale si riforniva da ceramisti di Figline, dell’Impruneta e anche di Deruta; tuttavia gran parte delle serie superstiti di vasi in maiolica del XVI e XVII secolo proviene da Montelupo. Gli oggetti di vetro venivano richiesti ad artigiani locali (i “bicchierai”), mentre quelli più raffinati erano importati da Venezia. Ma entriamo nello specifico:

La farmacia di Villa San Cerbone fin dalla sua nascita, era fornita delle più diverse sostanze e materie preziose dove potevano servirsi i malati: erbe officinali, sciroppi e composti ma anche i colori per chi dipingeva e per le signore di allora i cosmetici. Il restauro ha visto la sostituzione della finestra, la disinfestazione da insetti xilofagi e di altre specie. I lavori durati quasi un anno, hanno riguardato il ripristino di alcuni documenti cartacei e del cabreo come possiamo vedere nelle foto, interventi di stuccatura e tinteggiatura della superficie muraria, sostituzione dell’impianto di allarme anti intrusione, interventi mirati alla conservazione del pavimento, la realizzazione di un nuovo impianto elettrico e di illuminazione, la messa in sicurezza delle maioliche esposte e la sostituzione degli ancoraggi dei dipinti.

All’inaugurazione avvenuta il 29 maggio scorso, hanno partecipato Chiara Bartolini segretario operativo della Fondazione Santa Maria Nuova, Valeria Favata, direttore amministrativo dell’AUSL Toscana Centro, Martina Chellini direttore sanitario del Presidio Ospedaliero Serristori, Giulia Mugnai sindaca di Figline e Incisa Valdarno, Dario Picchioni, assessore alla Cultura del Comune Figline Incisa Valdarno, Carlo Benedetti direttore Teatro Comunale Garibaldi di Figline, Manola Bernini restauratrice, inoltre le storiche dell’arte Lucia Bencistà e Daniela Matteini, Mario Bonaccini presidente del Calcit Valdarno Fiorentino.

Parlare dell’antica spezieria è fare un salto nel passato.

Appena si aprono i battenti di quella piccola porta di legno situata al piano terra di Villa San Cerbone, rimaniamo incantati. “La stanza rossa” così chiamata risplende grazie al nuovo sistema di illuminazione ma anche a quell’aura misteriosa che la circonda. Ogni scaffale brilla e fa brillare porcellane, ceramiche vetri e cristalli. Una forte emozione ci pervade, difficile da raccontare: entrando, appartieniamo subito a quel mondo lontano rimasto immobile nei secoli, lasciandoci alle spalle la vita frenetica di ogni giorno.

Le pareti della “stanza rossa” sono ricoperte dai ritratti degli antenati della famiglia Serristori: dall’immagine su tela di Antonio Serristori, al quadro raffigurante la Contessa Sofia Serristori, una delle ultime eredi vissute nella villa. I manoscritti cartacei e le pergamene si trovano nel centro della sala. Accanto alla vetrina ricca di ampolle di vetro si può ammirare la tavola originale del 1339 “Madonna col Bambino” corredata da sei angeli. Il dipinto è in oro e pastiglia dorata, su gradino del trono. Salvo gli archetti della cuspide la tavola è stata privata della sua carpenteria, il supporto ha una vistosa spaccatura centrale assestata, sembra, nel lontano 1927. Il gusto è gotico su identificazione con la Madonna di Orsanmichele a Firenze. Tra gli oggetti più pregiati si possono ammirare gli ampolloni ansati con beccuccio dalla chiara manifattura di Montelupo Fiorentino. Diversamente dalle ampolline di vetro, i vasi in maiolica conservano tracce dei medicinali che contenevano . Sciroppi reperibili invece in alcuni degli “albarelli.” I vetri officinali, come ampolline, albarelli, barattoli conservano quasi sempre residui dei materiali che contenevano secoli orsono, talvolta ancora allo stato fluido. Sono sopravissuti anche i fiocchi e i trucioli che li arricchivano e le elaborate confezioni di carta ritagliata e arricciata con cui venivano chiusi. Le etichette che indicavano le specifiche medicine ed unguenti contenuti nei vasi rivelano in gran parte scritture sei-settecentesche.

Sulle mensole della stanza rossa possiamo apprezzare graziose ampolle di manifattura veneta probabilmente provenienti da Murano con all’interno residui di liquori ed elisir. Alcune ampolle di provenienza incerta richiamano l’arte vetraria di Barcellona (700-800). Le ampolline in vetro blù con delle striature chiare sono di manifattura toscana. Diversamente dalle ampolle gli albarelli ed i barattoli sono secondo i documenti ritrovati opera dei vetrai figlinesi.

Gli armadi da speziera in legno di noce sono di manifattura fiorentina risalenti al 1723. Alcuni sportelli sono stati sostituiti in seguito, come riporta il testo “Ricordanze” durante alcuni lavori eseguiti nel 1826. L’antica spezieria questo piccolo scrigno prezioso rimane un luogo del cuore pieno di ricordi e di aneddoti che dal mese di giugno 2024 sarà visitabile previo appuntamento. La Contessa Sofia ultima patrona dell’Opera Serristori scriveva:

“nel cedere con nostalgia mista a serena coscienza la direzione dell’ospedale figlinese che fu singola dei Serristori per quasi sei secoli, ad un organo amministrativo plurimo, tengo ad affermare che viene consegnata un’istituzione viva, efficiente ed in via di sviluppo.”

L’ospedale Serristori di Figline attualmente non naviga in buone acque come desiderava e si auspicava Sofia Serristori, auguriamoci che continui ad essere nel tempo un’opera benefica a vantaggio di tutti gli utenti avvalendosi di risposte e cure sempre piu’ avanzate.

Laura Privileggi

Testa di Cristo restaurata

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