Fra le mie tante passioni (cinema, letteratura e musica), c’è un posto anche per la Nona Arte: I FUMETTI. Ho imparato a leggere, grazie a mio padre a 5 anni, cioè prima della scuola, sulle pagine di Topolino e di Tex Willer …praticamente ho iniziato il mio viaggio culturale fra la città di Topolinia e il Far West. È da allora che sono diventato un lettore compulsivo di fumetti: i Supereroi Marvel il primo amore, e poi via , sulle tracce di Diabolik, Kriminal, Satanik, Zagor e tanti altri eroi di carta. Crescendo ho poi incrociato sul mio cammino le primissime riviste italiane dedicate al fumetto, Linus e Eureka, ed è su quest’ultima che ho conosciuto, insieme ai famosi autori inglesi e americani, anche i nostri Magnus (Roberto Raviola), e Bunker (Luciano Secchi), famoso binomio, di autori per progetti e personaggi di carta, fra cui spicca la longeva testata di Alan Ford e il gruppo T.N.T, ancora in edicola! Poi sono spuntate per incanto le strisce e le gag dei piccoli Soldatinen al Fronten di Franco Bonvicini da tutti conosciuto come Il Bonvi. Il colpo di fulmine o colpo di china per questo fumettista è stato immediato e le sue Sturmtruppen sono entrate nel mio mondo fantastiken! (Plotonen ein passen indietren, bitte!).
Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini nasce il 31 marzo 1941 a Modena e contemporaneamente… a Parma! (GULP!?). Già da piccolo il nostro istrionico autore era in odore di anarchia. Ma la dolce causa di ciò fu la mamma, che lo iscrisse nei due comuni per avere due tessere annonarie: quelle tessere usate in tempo di guerra per accedere all’acquisto del pane, latte, farina… solo per avere una speranza in più per sopravvivere a quel periodo buio della nostra storia. Il problema si pose quando divenne maggiorenne e richiese la carta di identità in entrambi i comuni, creando scompiglio nella burocrazia anagrafica, risolto poi dal suo paziente padre. E’ proprio un bel tipo questo Bonvi, un ragazzone biondastro, occhi chiari penetranti sempre in movimento, buontempone goliardico pronto alla battuta e allo scherzo. Comincia a disegnare prestissimo, per caso, perché ha sempre detto che lui non sapeva disegnare ma ha scoperto che poteva disegnare. Il suo tratto stilistico era già presente nelle sue vignette per il giornalino della parrocchia a Modena; poi a 15 anni le cattive compagnie si manifestarono in un losco personaggio: Francesco Guccini. I due cominciano a mettere giù idee su strisce ironiche in una rivista per il liceo, autoprodotta. dal titolo Teens. Protagonisti i giovani di allora, alle prese con le malizie e le ingenuità dell’epoca : i mitici anni 60 (WOW!)
Il duo scellerato Guccini-Bonvi funzionava bene e cresceva in qualità, fino a proporre i loro lavori alle proto riviste di comics nostrane Psyco e successivamente su Off Side con successo. Nel 1962 si prese una pausa, diciamo forzata, quando arrivò puntuale per Bonvi la cartolina di leva obbligatoria! BANG!
Nonostante fosse di pensiero anarcoide e antimilitarista, scoprì che fare il militare gli piaceva un sacco. Era carrista nelle truppe corazzate di Caserta e questa esperienza, densa di punizioni e richiami per il suo straripante carattere giocoso, lo portò l’anno dopo a ideare l’embrione per le sue creature più famose: le Sturmtruppen!(ACH!) Quasi 6000 strisce dalla sconcertante umanità nascosta fra le pieghe di intelligente satira che sono state tradotte in 11 lingue e ci raccontano le vicissitudini di soldatinen tedeschen alle prese con una guerra inutile e subissati dagli ordini urlati dal sergente e dal primo uffizialen! La produzione seriale inizierà nel ’68, quando Bonvi vinse un concorso indetto dal quotidiano Paese Sera per una striscia a fumetti inedita da pubblicare tutti i giorni. Poi la Sturm-mania dilagò anche su altre testate giornalistiche. Ma le Sturmtruppen sono solo l’apice della piramide di carta e china costruita nella sua carriera. Praticamente i soldatinen lo hanno sequestrato dal ’68 al ‘95, ma pensate che in questo lasso di tempo Bonvi campasse sugli allori? Anzi sulle trincee? Ma fatemi il piacere! Questo genio, questo vulcano pieno di idee, riusciva a lavorare contemporaneamente a diversi progetti, e tutti validi! Andiamo per ordine: nel 1966, insieme a Guccini e al pubblicitario Guido De Maria, inizia la partecipazione alle sceneggiature di caroselli dove si inventa il personaggio Salomone pirata pacioccone per le conserve di frutta Fabbri: forse qualcuno si ricorderà ancora della frase Capitaano lo pozzo totturare?
E’ anche l’inventore del fortunato slogan: AI FIORI DI PIRETRO per rendere gradevole l’idea un insetticida profumato, ma in realtà parecchio maleodorante: a questo proposito Bonvi ci racconta un aneddoto di quando andò a casa di sua madre per pranzo e l’aria nell’appartamento era pestilenziale. La mamma disse:
Ho spruzzato quell’insetticida profumato che reclamizzi
e Bonvi rispose:
Ma mamma, è solo una cazzata per venderlo
Eh no Franco, se lo dice la televisione deve essere vero!
(UAH! UAH!)
Prende vita poi, nel 1972, il nuovo progetto-esperimento di fumetto televisivo: Gulp! I fumetti in TV. Questo non era un programma di cartoni animati classico, ma di immagini statiche delle tavole, riprese e trasmesse in successione come se si stesse leggendo un fumetto, mantenendo le nuvolette di testo, interpretate dalle voci dei doppiatori. I padrini di questo esperimento erano Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto. Insieme alle storie dei maestri come Bruno Bozzetto e Jacovitti, trova posto la nuova creatura di Bonvi Nick Carter e i suoi buffi collaboratori Patsy e Ten e anche il loro arcinemico: il trasformista delinquente di Stanislao Moulinski.
Personalmente questo Gulp! non me lo ricordo, ma forse sono stato bullizzato dai miei genitori, perché insomma c’erano solo due canali tv: Gulp! era sul secondo, sul primo c’era il Rischiatutto e il nazionalpopolare Mike non si poteva perdere! (UFF!) Però mi ricordo benissimo che dal ’77 all’81 arrivò sullo schermo SuperGulp! Fumetti in TV con una nuova veste, nuovi autori e soprattutto a colori! FLASH! Per gli onnivori fumettomani come me, vedere in tv per la prima volta riunite le storie di Sturmtruppen, Alan Ford, Corto Maltese, Tex Willer, l’Uomo Ragno, Thor, Coccobill e con autori del calibro di Pratt, Bonelli, Stan Lee, Bonvi, Magnus, Bunker era proprio un appuntamento da non perdere, una vera manna dallo schermo! SLURP! Solo per SuperGulp! l’infaticabile Bonvi si inventa un nuovo personaggio : Marzolino Tarantola, ispirato dal Saturnino Farandola di Albert Robida, e realizzerà per la trasmissione due storie ricche di citazioni, rimandi alla letteratura e ai fumetti in generale. La notorietà e la produzione di Bonvi procede a passo di carrarmaten e aumenta notevolmente, anno dopo anno; troviamo le sue tavole su quotidiani e riviste, ma anche sul Corriere dei piccoli e sul Corriere dei ragazzi, le Sturmtruppen e Nick Carter su gadget vari e sui diari scolastici. Non sta fermo un attimo e scrive inventando altri personaggi e io fedelmente lo seguo con un occhio alle Sturmtruppen e l’altro alle nuove proposte. Con ironia si prenderà la bonaria libertà di inventare una parodia di Diabolik con il personaggio di Cattivik e le sue disavventure. (YUK! YUK!)
Nella sua produzione trovano posto anche fumetti, diciamo più maturi, delle vere e proprie graphic novel. Molte di queste storie sono apparse sparse su pubblicazioni varie dal ‘69 al ‘81 poi per fortuna riunite in volume. Inizio da Storie dallo spazio profondo di Bonvi-Guccini che guardano alla fantascienza con il loro solito solido umorismo. Qui il Bonvi disegna sé stesso e diventa il protagonista: infatti l’eroe, l’avventuriero spaziale, è proprio lui, spettinato, con la corta barba, l’immancabile sigaretta e il bicchiere di whiskey, mentre Guccini è rappresentato come un robottino antropomorfo che dispensa perle di saggezza: bellissimo! Anche in Incubi di provincia, altro volume molto interessante, l’autore è il protagonista, cito solo il mio racconto preferito che si intitola Andiamo all’Havana che narra di un pazzo o sognatore che dirotta un tram verso Cuba! E sul finale mi sono lasciato le Cronache del dopobomba che hanno colpito la mia immaginazione e la mia attitudine all’horror in genere. Qui l’autore, senza il fido Guccini, in circa settanta piccoli capitoli ci racconta di un mondo post apocalittico, cupo e cattivo, dove i sopravvissuti ad una non ben definita catastrofe nucleare si prestano a efferatezze incredibili, aggirandosi fra le macerie in cerca di cibo, sia animale sia umano, ormai esseri mutanti senza speranza che vagano fra le scorie e le rovine. Crudo e lucido nel suo raccontare una metafora della nostra vicina società. Qui non c’è niente da ridere ma fa riflettere. Le Cronache del dopobomba furono rifiutate da tutti gli editori italiani proprio per la cupezza del tema. Ogni tanto Bonvi si spostava in Francia per lavorare ad altri progetti per ragazzi tipo Milo Marat un altro investigatore pasticcione e con la sceneggiatura di Mario Gomboli. Bologna ormai gli stava stretta (GASP!) ma fu proprio lì che sue Cronache furono apprezzate e stampate in 2 volumi dal titolo Après la bombe, con un buon riscontro di vendite e soprattutto lodato dalla critica. Alla faccia dei moralisti italioti (PFUI!). Cito anche per completezza L’uomo di Tsushima volume per una collana edita dalla Bonelli Editore. Una storia che a detta di molti è il capolavoro di Bonvi e racconta, sempre con il suo stile, lo scontro navale fra l’impero russo e quello giapponese nel 1905.
Ho praticamente letto e riletto quasi tutta l’opera di questo instancabile genio . Ho visto anche i due film tratti dalle mitiken striscen: Sturmtruppen nel 1976 e Sturmtruppen 2 nel 1981 entrambi con la regia di Salvatore Samperi. Non so quante pubblicazioni di Bonvi mi siano passate fra le mani, fra inserti, speciali a colori, edizioni integrali ma vi posso assicurare che non mi ha mai deluso. Sono sicuro che nonostante tutto sentiremo ancora parlare di lui, infatti la figlia, Sofia Bonvicini, sta sistemando l’archivio del padre e stanno uscendo nuove edizioni impreziosite anche da lavori inediti, indirizzate per chi già lo conosce ma anche per chi, fra i più giovani, conoscerà questo artista del fumetto fra i più grandi autori italiani. A detta di chi lo ha conosciuto era una persona generosa, semplice e si sapeva vendere bene sempre con rispetto per il suo lavoro e per quello dei suoi colleghi di china. Purtroppo la mia storia si conclude inesorabilmente con quella brutta notte a Bologna (SIGH!). La notte fra il 9 e 10 dicembre del 1995 , Bonvi stava portando alcuni suoi disegni originali alla trasmissione tv Roxy Bar di Red Ronnie. Voleva metterle all’asta per pagare le cure al suo amico Magnus , malato da tempo. Non ci è riuscito. Era a piedi e attraversando la strada sulle strisce, un auto lo ha colpito in pieno, un botto che ci ha portato via tutte le idee, i progetti e il suo mini universo. La china e la carta sono volate via sparse per la strada.
E’ quasi il tuo 83 esimo compleanno, e io sono ancora incazzato per la notizia letta su un giornale di quasi 30 anni fa. Pensavo di aver letto male e invece l’articolo parlava di te e dell’incidente . Non ero triste, ma proprio incazzato nero perché non doveva andare così, non allora e non in quel modo! (GRUNT!) E ora permettetemi di dire due parole all’artista:
Caro Bonvi,
le tue storie che mi accompagnano da molti anni e sono solide come un amicizia di vecchia data; come un bicchierino di Rhum e un buon sigaro da centellinare; come la tenera follia di sentirmi ancora il ragazzo con i fumetti nella cartella insieme ai libri scuola. Grazie davvero. E come direbbe Patsy a fine episodio: «E l’ultimo …chiuda la porta! ( SLAM!)».
Blaco Massimo