“RACCONTI DISUMANI”
Domenica 4 Febbraio 2024, Teatro Quirino – ROMA.
A cavallo fra il mese di gennaio 2024 e l’inizio di febbraio è andato in scena a Roma lo spettacolo in produzione dal 2022 con la regia di Alessandro Gassman, interpretato da Giorgio Pasotti e scritto da Franz Kafka. La produzione è del Teatro Stabile D’Abruzzo e di Stefano Francioni Produzioni.
Lo spettacolo, la scena:
Ha la durata di poco più di un’ora e mette in scena in realtà due racconti dell’autore nato a Praga nel 1883: Una relazione per un’Accademia pubblicato nel 1917 e La Tana scritto durante la sua permanenza a Berlino nel 1923 e pubblicato postumo e incompiuto nel 1931.Racconti di inizio Novecento che un secolo dopo mantengono intatta la loro estrema contemporaneità. Nonostante i due racconti non vi è alcuna difficoltà nel cambio scena, anzi le trovate registiche e quindi sceniche di Gassman, colpiscono molto. Tutto è già predisposto con una semplicità originale e gradita che riesce a cogliere l’essenza dei due testi, particolarmente vicini all’essere umano attuale. Sono parole cariche di tensione a cui la scena rende spazio, senza alterare l’efficienza dei racconti. Nel secondo caso anzi viene ancora di più amplificata la superficialità umana, assimilata al comportamento in primo luogo affibbiato solo ed esclusivamente al regno animale. Potrà sembrare un’ovvietà ma d’altra parte siamo animali anche noi e niente più ci accomuna che l’idea di una scoperta come nel primo testo di cui vantarci nei confronti di esseri inferiori (la scimmia), o come la difesa del territorio portato all’estremo da un animale che l’ha costruita pezzo per pezzo e che ne ha fatto unica fonte di vita e unica fonte di preoccupazioni e paure.
Giorgio Pasotti interprete eccezionale…
Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla bravura di Giorgio Pasotti specie nel primo episodio, quello in cui è protagonista una scimmia che racconta come, in cinque anni, si adegua al sistema umano per uscire dalla gabbia nella quale l’hanno rinchiusa dopo la cattura e guadagnare un fac-simile di libertà. La narrazione in prima persona, divertita e distaccata, ripercorre lo studio delle abitudini degli uomini che con sorprendente facilità possono essere imitate e replicate. Nato libero nella giungla africana racconta di essere stato catturato e spedito in una gabbia in Europa: imparando a comportarsi come un essere umano è però riuscito a riottenere la sua libertà. Per quanto la sua interpretazione dello strano roditore e per metà architetto, di edificare un’abitazione perfetta: un elaborato sistema di cunicoli realizzati nel corso di un’intera vita, per potersi proteggere da nemici invisibili. Rimane molto particolare, a tratti divertente ma anche angosciante, tipica reazione la nostra di chi si riconosce. Il roditore infatti nel tentativo di lasciare tutto fuori, costruisce passaggi e corridoi, e nuovi tunnel che portano al niente dei vicoli ciechi, in una ossessiva ricerca della sicurezza che genera solo ansia e terrore.
Considerazioni a margine:
C’è una macchina ben oleata che è quella dello show business italiano, della quale i due principali artefici di questo spettacolo fanno parte. Non vogliamo dire che sia disdicevole far parte di un sistema e poi trovare varchi alternativi dove la propria vera natura o i bisogni artistici vengono fuori in maniera più amplificata e codificata, però se vogliamo questo è lo spettacolo che ne sintetizza il significato di tutto ciò. Pasotti mostra quello di cui è in grado e che poche volte abbiamo potuto vedere, dispiace utilizzare il termine meraviglia, perchè non vorremmo toccare le corde sbagliate della faccenda. Ci stupisce Pasotti, perchè non ci è concesso spesso poterlo vedere, ma è un ottimo, straordinario attore in questo spettacolo. Ci stupisce Gassman perchè ci fa intuire che è in grado di comunicarci anche qualcosa di diverso, con diversi mezzi e diverse modalità. Siamo pertanto piacevolmente colpiti da questo spettacolo e lo consigliamo, ma ci rimanere un dubbio lecito: e se lo stato dell’arte in Italia fosse tutto così, alla ricerca di qualcosa che spiazzi il pubblico di continuo, come sarebbe ad oggi la nostra reale situazione? Chissà…
Ernesto Censere
#LeImpertinenti (libere recensioni teatrali). Il nostro intento è quello di vedere gli spettacoli prima e recensirli poi, pratica oramai in disuso da parte dei maggiori “#critici” del nostro tempo (che prima li commentano e poi non li guardano nemmeno). Non è nostro interesse recensire per avere accoglienze speciali o ingressi omaggio, inviti o riconoscimenti. Quello che ci preme è lo spettacolo! Per goderne sentiamo il bisogno di “svincolarci dalle convinzioni, dalle pose (e sopratutto) dalle posizioni.” A volte perciò potrebbe capitare che queste recensioni possano piacere meno e a volte più, non avendo “#obblighi” di compiacere nessuno, sarà lo spettacolo a trarne la massima attenzione.
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Good mood and good luck to everyone!!!!!