L’Argante 138 || VajontS 23. La Storia passa da qui.

Trent’anni fa Il racconto del Vajont era la voce e il corpo di Marco Paolini. Ieri sera lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della caduta della frana del Vajont che costò la vita a 2000 persone, un racconto corale che ha coinvolto in contemporanea oltre 135 teatri in Italia e in Europa: VajontS per una Orazione Civile Corale. Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale dei teatri, e spettatori arruolati come lettori si sono riuniti nei posti più diversi dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, ai luoghi non specificamente deputati al teatro come scuole e centrali dell’acqua, e ciascuno ha realizzato un proprio allestimento di VajontS sulla base delle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti alle 22.39, si sono fermati, l’ora in cui la montagna è franata nella diga.

I numeri… fanno la differenza.
Le voci di 223 gruppi “affettivi”: famiglie, coppie, gruppi di amici; 118 letture “di comunità”: colleghi, gruppi di lettura, parrocchie; 94 scuole: insegnanti che hanno deciso di organizzare letture con i loro studenti; 50 gruppi di teatro amatoriale, enti, comuni, aziende che hanno organizzato una lettura pubblica. Questo è stato ieri sera, l’evento più spettacolare che si è tenuto nel nostro paese negli 20 o 30 anni, di storia culturale e teatrale. Tutto è partito da Marco Paolini, che ha saputo raccontare e tenere vivo il ricordo di questa storia, come nessun altro e se vogliamo è riuscito nell’impresa impossibile di tenere in vita il ricordo di tutte le persone che in quella tragedia hanno perso la vita, di tutte le famiglie che da quel momento in poi non sono più state le stesse.

Marco Paolini, la voce di un uomo solo con la diga del Vajont alle spalle che raccontava la tragedia che costò la vita a 2.000 persone parlando di responsabilità e non di «natura maligna», fece con Il racconto del Vajont la storia della TV e del teatro. Quella voce, ieri è diventata un enorme coro di 350 messe in scena di VajontS 23 in Italia e nel mondo: da grandi istituzioni come i Teatri Nazionali, a piccoli teatri di provincia, e poi gruppi di amici che lo hanno letto in casa, parrocchie, gruppi di lettura, insegnanti che lo hanno fatto leggere a staffetta ai loro studenti, colleghi di lavoro, gruppi di teatro amatoriale e comitati di quartiere.

La storia del Vajont ci serve perché insegna cos’è la sottovalutazione di un rischio affrontato confidando sul calcolo dell’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili. Non essere capaci di concepire nasce dal non saper vedere un disegno, dal non riuscire a immaginare. Noi, raccontando con il Teatro, costruiremo il disegno, l’immaginario e il sentimento che deve essere comune, deve diventare il senso comune, la base della vita sociale di un paese fragile e prezioso come il nostro. La rete di VajontS 23 è stata intrecciata da Marco Paolini, Michela Signori, Francesco Bonsembiante, Lorenza Poletto, Marco Gnaccolini, Silvia Colle, Silvia Giralucci, Davor Marinkovic, Carlotta Agostinello, Massimiliano Canazza, Rossella Palmerini, Chiara Rigoni con la collaborazione di Paolo Verri, Felice Cappa, Francesco Niccolini, Donato Nubile, Paolo Gubitta, Margherita Gallo, Marco Aime, Telmo Pievani, Simone Tempia, Maria Chiara Baldan, Gigi Muraro, Francesco Bolo Rossini, Stefano Scherini e di tutte le persone che vi stanno aderendo facendosene portavoce.

Per una cosa mai successa nel teatro mondiale. Vale la pena fissare una testimonianza della storia da non dimenticare e di quello che è possibile fare e non solo immaginare. Naturalmente lo spettacolo originale è fruibile in qualsiasi momento e se non l’avete mai visto è il momento di recuperare.

Marco Giavatto

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