Oggi riflettevo sul fatto che è arrivato il 2023. Me ne sono reso conto perchè mi è capitato di scrivere per la prima volta una data su un documento. Sapete quando dopo 12 mesi, (365/366 giorni), si è abituati a scrivere sempre la stessa cifra e inconsciamente, di colpo, ti accorgi che qualcosa, stavolta, invece non va? Ecco la sensazione che ho provato! Non ho preso coscienza prima di questo switch a causa di questo celebre virus che mi ha fatto stare rinchiuso ed isolato, proprio a cavallo del cambio anno. Tra le tante cose fatte in questo isolamento (incluso lavorare all’uncinetto) c’è stato, ovviamente, lo zapping selvaggio in tv che mi ha portato a vedere anche programmi “leggeri”, spesse volte etichettati con il termine “trash” che, praticamente, sta per “spazzatura”.
“Spazzatura” quindi immondizia, scarti, un significato dispregiativo. Ce ne sono diversi di questi programmi, presenti nei palinsesti di tutti i principali canali televisivi, maggiormente sulle reti Mediaset (ma forse queste ne hanno solo un numero maggiore rispetto alle altre e quindi restano impressi nella memoria). Mi vengono in mente i vari “Grande Fratello”, anche in versione VIP (che poi i partecipanti sono parenti, di terzo grado, di questi fantomatici VIP). Persone che hanno incrociato, una volta, per caso, in strada altre persone lontanamente famose, sono di colpo very important person. “Temptation Island”; “Uomini e Donne” e “Uomini e Donne Over” (per cui mi auguro presto un articolo da inserire nel codice penale); ma anche talk politici come “Dritto e Rovescio”, “Quarta Repubblica” e “Fuori dal Coro” , tre programmi che fatico a distinguere tra l’altro e di conseguenza non distinguo più i giorni, i mesi dell’anno… ma che giorno è? Ma che periodo dell’anno è? Che anno è? Tutti replicanti di un’unità. Poi per finire c’è lei… Barbara d’Urso ovviamente, ogni anno la mediaset e i blog su internet fanno sapere che sarà l’ultimo anno e poi invece non è così.
Anche “Mamma Rai” non scherza e ha i suoi: “Mi casa es tu casa”(con Cristiano Malgioglio); “Tale e Quale show” metto nel mucchio trash anche il programma di Carlo Conti, prima di tutto per eccessiva longevità e poi perchè ora c’è la versione “Tali e Quali” con persone comuni come imitatori in pratica un riciclo molto poco green di un altro programma di Carlo Conti: i raccomandati. É caduto oramai nel pentolone anche “Domenica IN” (con la Zia Mara!). Ma perché, se sono così immondizia, ogni canale ha il suo? Perché, la TV si basa fondamentalmente sul trash? Forse perché è il principe dei mass media?! Perché deve essere fruibile da tutti indistintamente?!Probabile! O forse perché tutti noi abbiamo bisogno del trash?…si, “bisogno”, avete letto bene! Perché il “trash”, ammettiamolo, è rassicurante.
Quando la vita regala preoccupazioni, problemi, imprevisti e difficoltà i programmi spazzatura stanno li a spegnerci il cervello. Fanno anche da illusione socio-psicologica\individuale. A guardarli e pensare di essere un essere migliore e quindi prendere le distanze da ciò che si vede ma non dal telecomando è un attimo. Messi in sottofondo ai pensieri, può anche essere che un po’ li alleviano. Non hanno bisogno di conoscenza o nozioni per essere seguiti o capiti, non bisogna prestare attenzione per afferrare citazioni, riferimenti intellettuali o significati reconditi. Come ogni cosa, idea, concetto del mondo anche la tv sottosta al principio della dicotomia. Non possono esistere programmi “Culturali” (con contenuti che arricchiscono la nostra conoscenza) senza quelli “Trash” che ce li fanno apprezzare. Un po’ come quando si afferma, superficialmente, “vorrei una vita felice”: come si fa ad apprezzare la felicità se si è assuefatti ad essa e senza conoscere il suo opposto l’infelicità? La cultura non esisterebbe senza la “spazzatura”, o forse come è successo nei secoli precedenti molti sotto ranghi di varie tipologie d’arte verrebbero automaticamente catalogati come scadenti. Musica, scrittura, scultura, pittura… per secoli senza la televisione c’è stata quella di serie A e di serie B, esisteva anche quella di serie C zona retrocessione eppure ora a confronto con un o dei tanti programmi citati tutto sembra un’opera d’arte. Il trash, nella vita serve, dunque. Serve alla storia, alla civiltà di oggi e di ieri e anche a quella di domani, mi raccomando senza abusarne ovviamente!
Marco Bernardini