LE MUSICHE DI NATALE
Nel tempo, nella storia umana, tutto è sempre cambiato. Dal meglio al peggio e dal peggio al meglio.
Spesso i cambiamenti avvengono in maniera evolutiva, ma anche con ritorni ciclici, si vedano la moda, l’ architettura e direi l’ arte in genere. Ad esempio la musica anni 80 che ritorna di moda nel 2020, cioè 40 anni dopo anche se lievemente aggiornata, i pantaloni a zampa di elefante dal 1970 direttamente ricomparsi nel 2010 ecc, forse perché è stato già inventato tutto, ma non è vero: ad esempio, a parte qualche rockstar e gli scozzesi, ha da venire ancora la gonna per gli uomini in pianta stabile. Salvo eccezioni, tutto cambia o ritorna, tutto si evolve. Tutto tranne le musiche di Natale.
Che siano di sottofondo nei grandi magazzini o nelle strade, nei taxi o nelle stazioni delle metro, le musiche di Natale non mutano; ogni anno sembrano nuove perché rivestite di voci e sound odierni, ma sempre quelle sono e sono distinguibili a mio avviso in 3 perimetri ben precisi:
Il primo riguarda appunto le filodiffusioni, dove i commercianti e gli assessori ci coccolano con standard natalizi ripresi da Bublè, oppure con storicissimi canti di origine tradizionale o religiosa interpretati dalla vincitrice dell’ ultimo contest (“O Tannenbaum”, “Bianco Natale” e certo l’ immancabile “Jingle bells”) . Sempre quelli. Chiaramente passano gli anni e vengono reincisi con strumentazione aggiornata e sound sempre più accattivante, ma più di tanto non le svecchi; sono certo per esempio che dopo il CD “Christmas” Bublè abbia sussurrato al suo editore…”e ora che faccio?” perché più di così non puoi oggettivamente fare. Perché la canzone di Natale tradizionale non la evolvi; come mai? A me piace pensare che l’ essere umano sa essere genio, ma anche incredibilmente statico e abitudinario come un criceto, e dietro al Natale non c’è genio, ci deve essere serenità, un focolare, una calza, tanti regali e mangiare speciale; succede una volta l’ anno, esattamente 25 giorni su 365 e vogliamo stressarci a cambiare, modificare le nostre amate atmosfere quindi anche le musiche? E per dire cosa poi? Forse qui gli unici a salvarci dalla staticità possono essere gli australiani; chissà che cantano a Natale a 30° in spiaggia; sicuramente non “viene giu dal ciel, neve”.
Il secondo perimetro riguarda le colonne sonore dei film di Natale americani; ce le avete presenti? Tempo in 2 quarti di norma “prestissimo” con archi insistenti tipo “Lo Squalo” ma con armonie allegre, e immancabile sonaglietto a tempo con gli archi. Tutti, dico tutti i film di Natale americani e indirizzati per lo più ai bambini e/o adolescenti insistono da decenni su questi tre ingredienti, ossia il ritmo alto che segna euforia e lo scampanellìo che richiama la slitta ma non una qualsiasi: quella di Babbo Natale che porta i regali. Non credo che queste musiche cambieranno mai perché a Natale ci aspettiamo gioia ed eccitazione e tanti regali, quindi ritmo incalzante ossessivamente costante e campanellini di Santa che, tranquilli, ora arriva a portarci la medicina per poi ripartire nel magico – amaro ritmo del resto dell’anno. La musica di Natale non cambierà, non può cambiare. Non c’è bisogno che cambi soprattutto perché stigmatizza un periodo che non si tocca! Fatto di abeti bianchi, cieli stellati, case bianco-rosse e il “Tannenbaum”: l’ Albero. Qualcuno ci ha provato a trasformare “Jingle Bells” in pezzo rockettone e secondo me sta ancora ad Alcatraz.
Il terzo perimetro invece beh…è formato semplicemente da Last Christmas degli Wham! e dal suo fenomenale videoclip. Non vorrei aggiungere altro su questo brano se non una nota tecnica: se si guarda la sua struttura, il suo spartito, appare come la canzone più monotona e banale di tutti i tempi e invece, anche senza il supporto del suo magnifico videoclip, riempie il cosmo a Natale. E’ una canzone che semplicemente ribadisce in loop per quasi 5 minuti lo stesso tema fatto di 4 accordi 4, con George Michael in splendida forma nei vocalizzi e l’ immancabile sonaglietto che dice al brano “non essere troppo triste perché la vita continua” ed è questo il punto: la speranza che riveste la malinconia di serenità. Una magia perfetta senza trucco. Nessuno tocchi o cambi Last Christmas.
E allora buon natale dalla redazione intera dell’Argante… non dimenticatevi di accendere la vostra musica e le vostre luci!
Manuele Marchi