Come per ogni articolo partirò dalle premesse. La prima è che non guardo ormai più da anni il day-time di Amici, ma solamente il serale. La seconda è che non ho assolutamente nessuna competenza di canto e ballo, non aspettatevi quindi un commento tecnico delle esibizioni, io sto al ballo e al canto quanto Alessandra Celentano sta alla solarità.
“Contento di chi ha vinto il programma?”
Quest’anno la vittoria è stata inaspettata, non avevo dubbi su chi arrivasse nello scontro finale ma il nome del vincitore è stato una sorpresa. Ma non vorrei soffermarmi a parlare del vincitore.
“La qualità dei concorrenti quest’anno era molto alta”
Amici è molto cambiato nel corso degli anni, adesso chi entra nel programma ha già un percorso ben delineato, quasi tutti entrano con inediti pronti, o alcune pubblicazioni alle spalle. Comunque non è nemmeno questo ciò di cui vorrei parlare in questo articolo.
“E di cosa vorresti parlare?” Mi vorrei soffermare e riflettere insieme a voi sul ruolo dei “professori” all’interno del programma.
“Non ti piacciono?”
Alcuni di più altri di meno, nel corso degli anni ne sono cambiati tanti, alcuni sono volti storici altri durano solo per poche edizioni. Ma non è questo il problema. Quello che contesto è la loro definizione: Professori. Credo che il loro lavoro all’interno della scuola sia ben diverso, sono intrattenitori, ogni loro affermazione ha lo scopo di creare una reazione nel pubblico.
“Stanno facendo televisione, non sono a scuola!”
Vero, ma con i ragazzi durante il programma istaurano una relazione di formazione, una relazione educativa, non troppo diversa da quella che si instaura, o si dovrebbe instaurare, all’interno di un ambito educativo scolastico.
“Non è esagerato parlare di relazione educativa?”
Non credo, i ragazzi entrano all’interno del programma proprio come fanno ogni giorno milioni di studenti nelle aule scolastiche. Ascoltano, lavorano, dialogano e si affidano. Questa è, senza alcun dubbio, una relazione educativa. Una relazione che dovrebbe fondarsi sulla cura: attenzione, competenza e responsabilità.
“Che noia!” Ecco, questa è l’affermazione da cui vorrei che scaturisse una vostra riflessione personale.
“In che senso?” Cercherò di spiegarmi. Amici è un programma televisivo che ha, o professa di avere, uno scopo formativo per chi entra all’interno di esso. Un’opportunità, come spesso viene ribadito dai professori. Da questo dovrebbe essere scontato che il fulcro del programma è il talento dei ragazzi all’interno della scuola, giusto?
“Giusto!” Eccoci arrivati al nodo della questione. Se veramente il percorso dei ragazzi, le loro esibizioni, il loro talento fosse il nodo centrale di Amici, non avremmo bisogno di sentire Rudy Zerbi che definisce da “balera” l’esibizione di un cantante, Alessandra Celentano che inveisce definendo “inguardabili” le esibizioni di una ballerina o di Anna Pettinelli che si mette ad elencare le frasi di tutti i testi di un cantate della squadra avversaria per mettere in luce uno dei suoi. Ecco questo non è il ruolo del professore. Vorrei vedere un talent show nel quale il talento è il vero protagonista, anzi il rispetto: per il ragazzo, le sue fragilità, le sue forze e per il suo donarsi a noi che lo guardiamo.
Mi scuso se all’interno di questo articolo non c’erano aneddoti divertenti o gossip nascosti sul programma e se vi ho annoiati un po’, il mio scopo era quello di darvi un nuovo punto di vista su Amici, non per screditarlo ma per apprezzarlo in un’ottica diversa.
(Per la serie, cose che non mi avete chiesto ma che io vi dirò lo stesso!)
“Opposite” Sono un duo musicale composto da Francesca e Camilla, purtroppo non molto conosciuto. Hanno pubblicato quattro singoli ma il loro punto di forza sono i mashup che loro arrangiano con le hit del momento. Sul loro canale YouTube trovate ad esempio quello sulle canzoni di Sanremo 2021. Vi chiederete perché le ho inserite in un articolo che parla di Amici? Perché è da poco uscito un loro mashup di Amici che vi consiglio di andare ad ascoltare, non ve ne pentirete.
Samuele Levis
