Il 19 Novembre 1960, la giovane RAI mandò in onda una storica inchiesta di otto puntate ideata da Mario Soldati e Cesare Zavattini. Due figure assai rilevanti nel panorama televisivo e non solo, che a sol sentirli nominare, verrebbe di porger loro un grato inchino.
L’avventura ebbe inizio in occasione del centenario dell’Unità di Italia, ripercorrendo le tappe inverse garibaldine, dalla Sicilia fino in Liguria. Soldati come un buon Virgilio, farà da accompagnatore lungo un viaggio alla scoperta della percezione letteraria tra gli italiani. Sarà per lui sconsolante scoprire passo dopo passo, che quell’Unità di Italia tanto osannata, era ancora irrealizzata nelle piccole realtà del tessuto sociale (e ancora più deludente se non umiliante sarebbe riportargli adesso la nostra situazione, forse parecchio più critica).
Prima Tappa “Amici Siciliani”.
La prima tappa ha luogo in Sicilia. Qui verranno intervistati per prima gli scaricatori di sale, ripresi a cantare per non perdere il conto del loro lavoro, una melodia simile all’arabo. L’accostamento alla pratica più antica afroamericana che diede origine al Blues, qui sorge spontaneo. Soldati chiede ai lavoratori se leggessero qualche libro, consigliando lui stesso qualche titolo.
Prosegue il suo cammino visitando una innovativa libreria, aperta sin dalle prime ore del giorno per favorire i lavoratori, con un reparto dedicato ai bambini. Questo luogo colpirà fortemente Soldati, che ribadisce l’obiettivo del suo viaggio nel rendere i libri, meno “paurosi” agli occhi della gente. Il libraio si scoprirà poi essere l’editore Dario Flaccovio.
Seconda Tappa “Un altro Ferry-boat”.
Soldati lascia Messina per imbarcarsi verso Reggio. Un tempo il ponte della cultura tra le due punte del nostro paese era legato a nomi come Verga, Pirandello, De Roberto, Rapisardi, Gentile, Vittorini, Brancati, Tomasi, Morante…
Ricordando questi nomi, spiega come l’Italia si trovasse al 36-esimo posto tra i sistemi di istruzione pubblica nel mondo, superati in Europa (in peggio) soltanto dalla Grecia, Bulgaria e Spagna. Continuando a domandare alle genti cosa leggessero nel tempo libero, concluderà il secondo capitolo affermando il bisogno di un ferry-boat molto più grande, aggiungendo: “Non c’è niente da fare, siamo staccati!”.
Terza Tappa “Gli Scogli delle Sirene”.
Proseguendo dalla Calabria alla Basilicata, Soldati ferma gli automobilisti in transito per intervistarli sulle loro letture. Documenta un lanificio che ha supportato il processo di alfabetizzazione locale, ma dalle interviste si evidenzia che molte persone sono ancora analfabete. In questa puntata emerge come in quegli anni le scuole medie non fossero ancora pubbliche.
Quarta Tappa “Capriccio Napoletano”.
Arrivato a Napoli, Soldati documenta le difficili condizioni lavorative nell’ambiente portuale, notificando come nessuno di quegli operai legga. Intervista anche molta gente che si imbarca alla ricerca di un futuro. Qualcuno porta con sé un libro, qualcun altro una rivista, un altro ancora nessuna lettura, accompagnati per la maggior parte soltanto dal ricordo di un caro e amaro saluto alla propria terra.
Quinta Tappa “Maremma Trenta Secoli”.
Il tragitto prosegue verso Grosseto e la Maremma. Viene intervistata una famiglia che abita in una delle case concesse dall’Ente Maremma, e viene chiesto loro se facesse piacere ricevere dei libri.
Davanti ad un penitenziario Soldati si chiede quali libri possano intrattenere i carcerati nel loro tempo, ricordando grandi capolavori scritti in quelle simili mura come quelli di Antonio Gramsci, Silvio Pellico, Ezra Pound.
Sesta Tappa “Il nido dell’aquila”
Sul treno che viaggia fra Piombino e Livorno, Soldati intervista i passeggeri, porgendo sempre una domanda sulla lettura. In questo episodio Soldati rifletterà su come la percentuale di gente che legge sia minore rispetto a quella che non legge e dunque evidenzia la necessità di una campagna di alfabetizzazione più intensiva.
Settima Tappa “Libro e Libertà”
Giunti a Pisa, Soldati intervista coppie di fidanzati, chiedendo loro quale libro preferiscano avere in casa. Si prosegue per Pontremoli, città storicamente nota per i suoi numerosi librai. Ed ecco che ad Arenzano Soldati distribuirà libri da una bancarella ai passanti attratti dalla troupe televisiva.
Ottava Tappa “Il Cantiere”
Ultima fermata. Dopo aver intervistato alcuni lavoratori di un cantiere navale, Soldati rivolgerà le sue domande a personaggi noti nel panorama della scrittura. Gli editori A. Mondadori, G. Feltrinelli, V. Bompiani, il poeta S. Quasimodo, per concludere con il discorso del presidente L. Einaudi, sull’alfabetizzazione e l’istruzione in Italia.
A conclusione del suo viaggio Soldati ha voluto coinvolgere personaggi dal forte spessore pubblico servendosi del mezzo mediatico della televisione, per condividere rapidamente la necessità di una sensibilizzazione all’istruzione totale, affermando: “Se gli italiani leggessero di più, molti problemi che non hanno a che fare con la cultura sarebbero belli che risolti”.
Un viaggio inchiesta il cui risultato sulla percentuale di alfabetizzazione italiana è stato dunque ragguardevole. Oggi sicuramente le lacune che apparivano intorno agli anni ’60 sono state certamente colmate, tuttavia certi problemi continuano ad esserci. Forse allora, il problema culturale resta, ma non inteso in senso didattico ma come parte di quel modo atavico di pensare per il quale certe cose è meglio non cambiarle, per convenienza, per presunzione. Per certe fratture non basterebbe nemmeno la carta di un buon libro a far da collante, magari sarebbe più utile riscriverne uno tutto nuovo sul rapporto mal equilibrato tra un ricco e riconosciuto patrimonio letterario tutto italiano e l’effettiva spendibilità della cultura nella nostra società.
Con questo programma televisivo, Soldati e Zavattini hanno compiuto un vero e proprio atto di generosità in cui con discrezione ed intelligenza hanno raccontato il realismo di quegli anni. Nella speranza di aver stimolato anche solo ad una persona l’interesse, la curiosità di addentrarsi in una lettura.
E’ lecito chiedersi se il progresso culturale degli italiani, auspicato nel messaggio positivo e fiducioso degli autori di quel documentario, sia stato raggiunto dopo sessanta anni?
Nel millennio dello SMART, anche una articolo gracile come questo, in cui si parla per lo più di lettura, rischia di essere troppo lungo per invogliare un potenziale lettore.
Gaia Courrier