L’Argante 202 Il ritorno del tram di Opicina: musica e storia a Trieste

A Trieste un saluto in musica al tram ripartito dopo 8 anni e mezzo.

Un flash mob per l’evento. In città, capolinea in piazza Dalmazia. Si riprende con 19 corse al giorno e una sola vettura, da marzo torneranno tre. Otto anni, cinque mesi e sedici giorni, dopo l’incidente del 2016, con il frontale fra due tram, è successo praticamente di tutto: il processo, la revisione dei criteri di sicurezza, lunghi lavori con il rifacimento delle carrozze, dei freni, delle rotaie e delle fermate. E finalmente, sabato 1 febbraio, l’attesa ripresa del servizio della storica trenovia Trieste-Opicina.

Nel mese di marzo saranno probabilmente tre le vetture operative con 58 corse quotidiane. Centinaia di triestini hanno approfittato della ripartenza per tornare a viaggiare su quello che per molti è uno dei simboli della città. Piacevolmente sorpresi anche i turisti, che non avevano pianificato nel loro viaggio di salire su un mezzo fermo da anni. A Opicina (Trieste) diversi musicisti hanno risposto all’appello lanciato sui social per dare il benvenuto al tram suonando in allegria, hanno suonato e poi cantato alla ripartenza dopo il lungo stop, l’inno popolare dedicato alla trenovia.

A mia memoria, torno bambina e il ricordo del Tram di Opicina è legato ad una canzone che mi aveva insegnato mio nonno. All’epoca era una delle canzoni più cantate e più in voga tra noi triestini. Lo è ancora, il simpatico ritornello di questo brano molto popolare è sempre in voga a tutt’ora ma c’è un motivo. La prima strofa della canzone è questa:

Testo originale (in dialetto)

E anche el tram de Opcina xe nato disgrazià Vignindo zo de Scorcola ‘na casa el ga ribaltà. Bona de Dio che jera giorno de lavor, e drento no ghe jera che el povero frenador!

E come la bora che vien e che va, i dixi che ‘l mondo se ga ribalta’

Non è difficile da tradurre, la popolarissima canzone triestina racconta la storia sfortunata del tram di Opicina, località del comune di Trieste situata sull’altopiano carsico. Il famoso tram sembra essere nato disgraziato perché un giorno scendendo giù da via di Scorcola si ribaltò. Fortunatamente era un giorno feriale non c’erano passeggeri all’interno ma solo il macchinista che purtroppo ebbe la peggio. Durante tutti questi anni molti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sono stati fatti.

LA STORIA DEL TRAM:

Il 9 settembre 1902 alle 9:10 è stata inaugurata, iniziando il servizio pubblico il giorno successivo con la linea tranviaria TRIESTE-OPICINA da PIAZZA CASERMA (ora PIAZZA OBERDAN) ad OPICINA (capolinea attuale). La stessa nel tratto più ripido (PIAZZA SCORCOLA-VETTA SCORCOLA) si avvaleva, per superarlo, di un impianto a cremagliera con due vagoncini di spinta. Questi vagoncini del peso di 10,6 tonnellate montavano due motori da 100 CV ciascuno ed erano alimentati a 550 Vdc (uno di questi si trova attualmente nella rimessa della linea tranviaria della funivia del RENON a BOLZANO).

Negli anni che seguono l’inaugurazione del tram, anche il borgo di OPICINA, come la città di TRIESTE, attraversa una fase di grande trasformazione; il tranquillo villaggio carsico, che per secoli ha vissuto d’agricoltura, si apre a nuove prospettive. Si costruiscono altri alberghi e ristoranti, oltre al già noto e ben pubblicizzato OBELISCO; la località si propone al turismo internazionale: la scoprono addirittura i giornali austriaci, l’UNSER HAUSARTZ e la WIENER HAUSFRAUEN ZEITUNG.

I maggiorenti triestini costruiscono ville e villini per far passare qui i mesi estivi alle famiglie, sottraendole alla canicola della città, vista la comodità, per gli uomini d’affari, di spostarsi velocemente in centro proprio grazie al tram. Per invogliare i “forestieri” e per favorire i commerci, LA SOCIETÀ DELLE PICCOLE FERROVIE attiva nel 1906 il prolungamento fino alla stazione ferroviaria (ma fin dall’inizio l’ingegner GEIRINGER, ideatore della linea, aveva il sogno di una linea più estesa: verso SESANA ed oltre).

La prima guerra mondiale viene a sconvolgere però la storia di queste terre e la vita della gente. Nel terribile periodo 1914-1918 anche il tram risentirà delle conseguenze della tragedia che si consuma così vicino alle sue rotaie: alcune delle sue carrozze sono trasformate e attrezzate per il trasporto dei soldati feriti all’ospedale militare. Con la pace, lentamente il tram si rimette sui giusti binari, ma la vita non è più quella di prima.

La crisi economica degli anni ’20, però si fa sentire, i passeggeri diminuiscono, la linea ha bisogno di manutenzioni, le carrozze dimostrano tutta la loro età. La cremagliera ben presto si dimostrò inadeguata alle mutate esigenze di trasporto, fu così che nel 1928 la “dentata” fu sostituita da un impianto a fune e due carri di spinta posti alle due estremità della fune lunga 799 m (+ 150 m ca. in sala argano per il paranco a quattro rinvii). L’impianto così concepito, pur avendo subito un radicale ammodernamento nel 1984, è ancora oggi in uso con il tracciato originale del 1902. Il 26 aprile 1928, dopo sei mesi di lavori per il rinnovamento dell’impianto, riprende il servizio tranviario con la tratta più acclive che viene superata servendosi di un impianto a funicolare ritenuto più adatto in quanto permette di aumentare le capacità di trasporto e la velocità.

Fra il 1935 e il 1936 la Società decide di investire anche nel comfort del passeggero: entrano in servizio

cinque nuove motrici STANGA-TIBB a carrelli, più ampie, con sedili più comodi e una buona illuminazione che

permette ai viaggiatori di leggere anche durante le corse serali. Il rinnovamento prosegue anche quando ormai altri venti di guerra stanno spirando: nel 1942 entrano in servizio altre 2 motrici a carrelli (ma, essendo ormai in pieno periodo autarchico, sono meno “lussuosamente” attrezzate). Durante il conflitto anche il tram viene coinvolto nelle tragiche vicende che insanguinano il mondo: nel 1944 la carrozza 407, che durante l’ultima corsa trasporta solo militari tedeschi, subisce un attentato. Pur riportando notevoli danni al telaio viene raddrizzata e riparata negli allestimenti, tanto che è in grado di riprendere il servizio in poco tempo. Negli anni dell’immediato dopoguerra per LA SOCIETÀ DELLE PICCOLE FERROVIE i tempi sembrano migliorare: sull’altipiano ci sono molte caserme del Governo Militare Alleato e naturalmente i soldati usano il tram per raggiungere il centro; sempre il GMA fa costruire nuovi insediamenti abitativi per i suoi funzionari a COLOGNA ed a VILLA GIULIA, zone che si trovano vicine al percorso della trenovia. Tutte le vetture sono dotate di un respingente di traino: questo serviva fino agli anni ’60, nelle prime ore dei mattino (il servizio allora iniziava alle 4.00), ad agganciarvi un carro da trasporto a quattro ruote (dimensioni approssimative: 2.5 x 2.0 m) adibito al trasferimento dall’altopiano carsico alla città di TRIESTE dei prodotti agricoli e in senso inverso delle merci necessarie alle popolazioni limitrofe. Ora questo respingente si limita al traino, fuori servizio, di rotaie poste su un carro pianale, della fune traente fino alla cabina di manovra della funicolare (VETTA SCORCOLA) o l’eventuale traino di un tram guasto. Purtroppo nei decenni di servizio si sono verificati anche degli incidenti. La vettura n° 403, a seguito di un gravissimo incidente (non quello della famosa canzone, accaduto ben prima, quando sull’impianto vi era ancora la cremagliera) avvenuto nella mattinata del 28 novembre 1975 in discesa all’imbocco dei rettilineo di CONCONELLO quando a causa perdita di aderenza e conseguente aumento vertiginoso della velocità deragliò impattando contro un muro di contenimento, fu radiata e successivamente demolita. La vettura tramviaria n° 407, intorno al 1944, in prossimità della curva di CONCONELLO, subì un attentato saltando su una mina posta sul binario. Pur riportando notevoli danni al telaio (in prossimità della parte centrale) fu raddrizzata e riparata negli allestimenti, consentendole così di riprendere il servizio di linea entro poco tempo. I progetti in tutti questi anni sono sempre stati in evoluzione: interventi tesi ad opere di adeguamento tecnico alla normativa degli impianti a fune oppure resi necessari dall’obsolescenza degli impianti; interventi tesi al miglioramento delle prestazioni, del comfort e dell’efficienza oggi richiesti a un servizio pubblico.

 

 

Oggi, la linea tramviaria è di proprietà del Comune, ma è gestita dalla Regione, mentre la messa in esercizio spetta a Trieste Trasporti. L’Assessore Regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante ha così commentato:

“Il Tram rientra nel trasporto pubblico locale e va garantito ai residenti, resta un mezzo storico di forte attrazione. Potrà essere diversamente valorizzato in chiave turistica, il punto fermo sarà mantenere e potenziare la tramvia».

Salire sul tram di Opicina, è una vera e propria esperienza, un’avventura che da più di un secolo attrae con gioia bambini ed adulti. Negli ultimi anni molte città italiane ed europee hanno dato vita ai propri mezzi storici. In tal senso, vengono organizzati percorsi turistici con delle guide cittadine che propongono oltre al viaggio in tram, mostre e divertenti eventi alle varie fermate. I triestini dal canto loro sono pronti a tutto anche ad abbandonare l’automobile per arrampicarsi con il tram verso l’altopiano della città fino ad arrivare sul Carso pronto a regalare panorami mozzafiato. Si perché da Opicina si può ammirare tutta la bellezza del golfo di Trieste.

Laura Privileggi


Si ringrazia per la bibliografia:

dott. ing. RAFFAELE NOBILE

“TRAMWAY TRIESTE – OPICINA” edito da TEATRO STUDIOGIALLO

(Nel volume, oltre che fatti di cronaca riferiti all’impianto, si possono ricavare notizie tecniche, foto d’archivio, disegni, nonché una nutrita biografia sull’argomento, notizie storiche ed anche recenti sui sistemi di trazione, a cremagliera fino al 1926 e successivamente a fune fino ai nostri giorni, utilizzati negli anni sulla tratta TRIESTE-OPICINA)

“LA CARROZZA DI TUTTI” da “IL PICCOLO ILLUSTRATO” allegato al quotidiano di Trieste (19.01.1980)

“I TRASPORTI A TRIESTE – DALLA SOCIETÀ TRIESTINA TRANVAY ALL’ A.C.T.” – DEL BIANCO EDITORE (1981)

“I PRIMI CENT’ANNI DEL TRAM” – Atti del convegno tenutosi a Trieste il 9 settembre 2002 Si segnalano qui di seguito alcuni siti internet da cui possono essere ricavate altre notizie o foto interessanti i trasporti in generale e quelli triestini in particolare:

www.triestetrasporti.it; www.triestetrasporti.it; www.trasporti-fvg.it

Si ringraziano per la collaborazione nella ricerca delle notizie storiche il p.i. FABIO FACCHETTIN, capo servizio dell’impianto a fune ed il p.i. PAOLO BUZZI, capo deposito del deposito tranviario di OPICINA.

foto Borsatti

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