L’Argante 174 – Semplicemente “UPAS”!

È passato un po’ di tempo da quando, qui su L’Argante, scrivevo il mio primo pezzo(L’Argante #72 || Pazza famiglia: altri tempi, altre serie!). Da quel giorno poi ho affrontato diverse tematiche di carattere generico, se così si può dire, macroargomenti…Oggi torno a scrivere, allora, di qualcosa di circoscritto e preciso, a volte sottovalutato, snobbato e come si direbbe perculato (chissà se la redazione taglierà questo termine volgare ma che, come tutti i termini volgari, rende alla perfezione un’ idea).

La redazione in risposta:

v. tr. (volg.) Deridere, sbeffeggiare, sfottere; beffare. I lessicografi non se ne sono occupati, ancora, ma state sicuri che ci arriveranno, magari fra un anno o due: il lemma per ora sta facendo il suo sviluppo negli ambienti underground, ancora non ha accesso all’uso ufficiale. Ma il verbo “perculare” c’è ed è sempre più usato, vive e lotta insieme a noi. “Perculare” nel gergo che un linguista definirebbe “giovanile” vuole dire prendere in giro, prendere per il culo. I sinonimi quindi sono “sbeffeggiare”, “coglionare” eccetera.

Fonte Treccani

 

Questo qualcosa è…. Rullo di tamburi… suspance… pausa d’effetto…

UPAS: Un Posto al Sole. Un prodotto italiano. (citato anche dalla nostra Serena in un pezzo sulla Napoli del cinema, della tv e. Del teatro. L’Argante #70 || Napoli tra finzione e realtà)

Un posto al sole nasce il 21 Ottobre 1996 con la prima puntata, è da allora continua ancora oggi (dal Lunedí al Venerdì), sempre su Rai3, sempre nella fascia oraria che accompagna i telespettatori durante la cena: con piccoli aggiustamenti orari, passando dalle 20.14 alle 20.30 e poi alle 20.55, che sono testimonianza anche dei cambiamenti delle abitudini di vita dell’Italia, degli orari lavorativi diversi oggi rispetto alla metà degli anni ’90.

Definito come “Soap Opera”. Ma cosa significa precisamente questo termine?

“locuz. ingl. [propr. «opera di sapone», in quanto negli Stati Uniti d’America questo genere di rappresentazione era sponsorizzato negli anni ’30 del Novecento da produttori di saponi e detersivi – Spettacolo teatrale e quindi radiofonico e televisivo prodotto in serie, con un numero molto alto e non prestabilito di puntate a cadenza giornaliera, che raccontano le vicende per lo più sentimentali di un gruppo ristretto di personaggi, la cui composizione può mutare in funzione degli sviluppi, spesso clamorosi e improbabili, della trama; la soap opera si caratterizza per i bassi costi di produzione e la mediocre qualità delle riprese (quasi sempre in interni). Talora abbreviata per ellissi in soap.”

Fonte Treccani

No! Non ci sto! UPAS non può essere definito semplicemente Soap Opera! (È non solo perché ne sono un fervente FAN!).

È vero che racconta vicende perlopiù sentimentali dei condomini di Palazzo Palladini, nella splendida cornice di Napoli, ma negli anni ha affrontato anche temi sociali e di importanza nazionale come, su tutti, la lotta a tutte le mafie, ma anche violenza sulle donne, sicurezza sul lavoro e precarietà dell’occupazione italiana, e recentemente anche di cyberbullismo, dipendenza da social, dei rischi dell’esposizione inconsapevole dei minori ai contenuti dei creatori digitali e della pericolosità delle innumerevoli challege che molte volte portano a notizie di cronaca nera, ecc. ecc. Dando strumenti, seppur minimi, a chi ne è vittima ma anche e soprattutto per accorgersi se qualcuno sta attraversando un momento di difficoltà attraverso le trame raccontate.

È vero che il gruppo di personaggi è ristretto, ma solo sulla breve distanza ovvero per determinati periodi nerrativi. Se andiamo a scorrere la lista di tutti gli interpreti che ne hanno preso parte vi assicuro che è molto lunga: spesso abbiamo personaggi messi in standby ed altri che tornano dopo anni, dopo aver vissuto in altri posti. Quando tornano e come se tornasse, per tutti i veri fan come me, un parente dalla lontana America, che non vedi da un sacco ma che riconosci come amico. È fuori di dubbio, quindi, anche la fidelizzazione dello spettatore.

Qualità della recitazione? Su questo possiamo discuterne!

Vorrei tornare alla definizione Soap Opera, UPAS non è una Soap… UPAS è un DAILY DRAMA, ma ciò non significa semplicemente che segue quotidianamente i personaggi e le storie e va in onda tutte le sere: Un Posto al Sole è il supersayan di 4° livello dei DAILY DRAMA. In alcune puntate i personaggi fanno riferimento a date che sono esattamente la data in cui tu stai guardando la puntata. Quando qualcuno dei protagonisti dice per esempio:

-“ma proprio oggi, il 15 aprile?”

Se tu spettatore guardi il calendario è proprio il 15 aprile… e questa, che può sembrare una sciocchezza, è una cosa entusiasmante! Entusiasmante per una duplice ragione: la Prima è perché aumenta la fidelizzazione dello spettatore, di cui parlavamo anche qualche rigo più su, la seconda perché la macchina produttrice di questo contenuto ha raggiunto dei livelli di perfezione, una macchina da guerra che riesce a calendarizzare le puntate rispetto alla realtà. E ormai ad essere in netto anticipo rispetto ai tempi in modo, per esempio, da riuscire a girare ad Ottobre le puntate che saranno trasmesse a Dicembre. Capite di che cosa stiamo parlando? Non sentite salire l’entusiasmo?!

Un altro esempio: durante il primo lockdown, a metà Marzo (a due Settimane dalla chiusura di tutto), fiction e programmi sono stati messi in standby per le difficoltà di produzione ma UPAS è andato in onda per altri 2/3 mesi perché tutte le puntate erano già belle confezionate! Capite!? Ed in questa macchina narrativa, che per rendere possibili queste magie, a volte si può soprassedere sulla qualità della recitazione, risparmiando qualche ciack. D’altronde il grande maestro René Ferretti (regista di Occhi del cuore – Boris) insegna che a volte:

“La qualità c’ha rotto il cazzo”

È comunque del cast storico fa parte Marzio Honorato, che tra gli altri ha lavorato con Eduardo de Filippo – (Nella versione che ancora oggi si trova di Natale in Casa Cupiello) e Gigi Proietti, Maurizio Aiello che ha preso parte a tanti spettacoli di Vincenzo Salemme e nel cast di fiction come Il Maresciallo Rocca, e poi ancora Patrizio Rispo, Marina Tagliaferri e tanti altri.

Alla luce di tutto ciò possiamo parlarle di soap? Di qualcosa di così evanescente, indefinito e debole? Rispondo io: NO!

Un Posto al Sole è la prima “Soap” (ribadisco il mio disappunto per questa etichettatura) interamente prodotta in Italia, non che la più longeva: 28 anni per 6476 puntate! Io non ricordo bene quando ho iniziato a seguirlo ma sicuramente ricordo in che circostanze me ne sono innamorato: la colpa è tutta di nonna Pia che lo guardava (e lo guarda) tutte le sere, ed io che da bimbo curioso rimanevo a dormire da lei ho iniziato ad appassionarmi alle vicende di Raffaele Giordano e company.

È non smetterò di ringraziarla per avermi fatto conoscere Palazzo Palladini, anche se nella realtà è Villa Volpicelli meta di pellegrinaggio per tutti i veri fan UPASSINI, come La Mecca per i veri Mussulmani. Evviva UPAS.

Marco Bernardini

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