Ultimamente sono travolto da un’irresistibile voglia di non fare nulla! Steso sul divano, mi capita quella cosa tipica di quando si è stanchi di testa, ma proprio mentalmente, psicologicamente! Ditemi che non sono il solo a questo mondo.
Letteralmente buttato, morto come corpo morto come direbbe il Vate! L’unica compagnia è la TV accesa e siccome, come sopra, la voglia è di far nulla, ma proprio nulla, mi guardo bene dall’allungarmi quei venti centimetri, che mi consentirebbero di afferrare il telecomando e avere un’idea, qualsiasi… di provare un canale, nel caso in cui le idee fossero zero, darsi al più smodato, meccanico e noioso zapping tra i centinai di canali disponibili al giorno d’oggi. Che poi in fondo lo zapping cos’è? una sorta di mantra, un gesto che si ripete, una pressione ritmica sul telecomando senza una vera e proprio sostanziale ed esistenziale motivazione. A questo punto la televisione smetti di fruirla e finisci per subirla (in un certo senso). Ecco io ultimamente ho subito, per esempio, un Alessandro Cecchi Paone fresco sposo di Simone Antolini. Devo però confessare che quando becco Alessandrone mi viene sempre automaticamente da ridere. Mi torna in mente un vecchio programma Mediaset: “Premiata Teleditta”. (Titolo didascalico visto che era fatto dalla Premiata Ditta, ma effettivamente efficace!). Il quartetto comico formato da Roberto Ciufoli, Francesca Draghetti, Tiziana Foschi e Pino Insegno. Erano gli inizi degli anni 2000.
Pino Insegno, in questo format, faceva una divertentissima imitazione di Cecchi Paone, trasformandolo in Alessandro Cecchi Pavone che, vantandosi di essere un grande divulgatore scientifico, mostrava a tutti la sua coda di pavone.
Lo ammetto pubblicamente, per parecchio tempo ho creduto si chiamasse veramente Cecchi Pavone
Peccato si sia sciolto questo gruppo, o forse meglio così… ad un certo punto c’è del buono a cambiare ed evolvere anziché cristallizzarsi.Nonostante questo tutti i membri hanno continuato l’attività artistica tra teatro, cinema e doppiaggio. Forse il piú celebre, possiamo dirlo, è proprio Insegno che ha intrapreso, principalmente ed in modo preponderante, la strada del doppiaggio diventando uno tra i maggiori interpreti in Italia, insieme a Luca Ward (che sulla Carta d’ Identità, alla voce segni particolari, ha scritto “al mio segnale scatenate l’inferno”) e Francesco Pannofino. Ha cercato ripetutamente la via del presentatore ma per lo più ha raccolto polemiche, specie nell’ultimo periodo con il ritorno in RAI, dopo l’insediamento dei nuovi vertici e quindi insinuazioni di essere un raccomandato.
Gli è stato affidato un vecchio format Mediaset, andato in onda nel 2006 su Italia1, e acquisito dalla Rai nel 2023 ovvero Il Mercante in Fiera, in onda su Rai2. Sarebbe dovuto essere una sorta di rodaggio per lui che l’avrebbe portato poi ad approdare alla conduzione dello storico quiz show L’Eredità, dopo l’addio di Flavio Insinna (che era riuscito a conquistare credibilità nel ruolo di presentatore, lo diceva spesso pure mia nonna assidua telespettatori e di rai1). Non tutto è andato secondo i piani, la notizia ha rimbalzato tra talk e giornali, compresa qualche chiacchiera da bar. Il Motivo? Aver reso pubblica la sua amicizia con la Premier Giorgia Meloni già in campagna elettorale e per questo etichettato di essere l’ennesimo amico dell’amico, lui perlomeno non ha parentele con Giorgia (forse – scrivete Giorgia, scrivete Giorgia, scrivete Giorgia, dieci, cento mille volte.).
La questione è prima dalla stampa e che poi hanno investito, neanche in modo così importante, il pubblico. Fatto sta che Il Mercante in Fiera non è mai decollato. Osservato speciale fin da subito dal punto di vista degli ascolti. A questo punto dirò la mia: Pino può essere impostato, artefatto, poco spontaneo, maschilista, e può gigioneggiare in modo eccessivo, ma chi riuscirebbe a far fare un boom di ascolti ad un gioco che è soporifero pure a Natale, quando zio fa il venditore e deve fare il simpatico a tutti i costi tra allusioni sessuali (proprio come Insegno), pernacchie onomatopee di peti e fette di pandoro che lasciano i tavolini pregni di strisce di zucchero a velo stile Pablo Escobar? Volendo considerare altri fattori:
-la fascia oraria= andava in onda intorno alle 20.00. Praticamente funzionava così finiva L’Eredità, che è uno storico programma e caposaldo Rai, e il telespettatore medio abitudinario, spesso fisso su Rai1 avrebbe dovuto cambiare canale. Non ce lo vedo!
-la durata= 35 minuti circa. Quindi mio nonno doveva sintonizzarsi su Rai2, fregandosene del tg1 che rappresenta la fonte principale di informazione degli agee, per stare mezz’ora/venticinque minuti a vedere uno che vende carte.
-la differenza aziendale= Nella prima edizione il gioco andava in onda su Italia1, oggi invece su Rai2 è non serve il Mago Otelma (che salutiamo) per capire che i due canali sono profondamente diversi sia per contenuti sia per target di riferimento. Mettiamoci anche che sono passati 17 anni e pubblico ed intrattenimento sono profondamente mutati.
Vogliamo parlare poi della comunicazione Rai? Quanti promo sono stati mandati in onda per pubblicizzare questo nuovo format? Io, per esempio, consumatore instancabile e attento di Radio Televisione Italiana se non fosse stato per tutto il chiacchiericcio sulla presunta raccomandazione nemmeno mi sarei accorto del passaggio. Buffo pensare che la stessa Rai quando, invece, si tratta di Fiorello bombarda i telespettatori con spot su spot, con volume audio sopra la media, puntando tutto sui suoi show per salvare l’azienda divenuta sinonimo di flop. Per carità la seconda rete e forse mezza azienda è ormai da due anni viva grazie a Rosario Tindaro (Fiorello). Per capirci nella stagione in corso (2023/2024) per Viva Rai2 é stata creata, appositamente, una succursale dell’azienda direttamente al Foro Italico. È fuori discussione che Rosario si sia guadagnato questi numeri e questa stabilità artistica sul campo, ma bisogna essere onesti dicendo che anche questa modalità di show, figlia di “Edicolafiore”, è stata spremuta abbastanza, e, almeno secondo il mio parere, diventata eccessivamente autoreferenziale: quasi a voler dire, in modo piú o meno esplicito, “guardate quanto siamo bravi, solo noi facciamo il varietà alle 7 del mattino”.
Come se non bastasse è stato inserita, in fascia pomeridiana, nel palinsesto di RaiRadio2 un riassunto della puntata della mattina: Viva Rai 2 e un po’ anche Radio 2 che obiettivamente Non Funziona!: è uno show pensato per la tv e la stragrande maggioranza degli sketch e delle gag – per esempio: “Batman e Wondertrans” o “I Ma senza Se” – necessitano del supporto delle immagini altrimenti perdono di efficacia e ascoltandoli ti viene da pensare: che succede? Cosa staranno facendo?
La Rai, possiamo dirlo, da carta bianca a Rosario Tindaro perché rappresenta la sua gallina dalle uova d’oro. Lo stesso potrebbe (forse a questo punto poteva) dirsi per Amadeus. Hanno fatto di tutto per convincerlo a rinnovare il contratto esponendosi enormemente pur di non perdere il Re Mida del Festival di San Remo, mentre Fazio è stato lasciato andar via senza batter ciglio. La domanda sorge spontanea: e dopo Amadeus e Fiorello? Chi ci sarà a salvare le sorti di Mamma Rai? O dovremmo dire Matrigna Rai?! Sono 30 anni (e forse piú) che ci sorbiamo Bruno Vespa e adesso non si poteva dare una chance pure a Pino Insegno? Chissà magari farà il Sanremo dei record al contrario! Ma alla fine a me che importa: io resto qui, sul divano, a subire la tv, mentre Alessandro Cecchi Paone parla del suo giovane marito 23enne e di come la differenza di età di 39 anni, giusti giusti gli anni di trasmissioni Rai di Bruno Vespa, sia un mero dato anagrafico.
Marco Bernardini