Rocky ormai è pienamente diventato un fantoccio dell’industria dello spettacolo basata sulla violenza, quell’industria che Stallone in Rocky I, attraverso una scrittura intelligente, era riuscito a criticare. Qui Stallone si sforza con tutto se stesso di criticarla, ma alla fine non solo non ci riesce ma finisce anche per celebrarla.
Simone T.
Rocky 3, è uscito al cinema nel 1982 sotto la regia di Sylvester Stallone. Come per gli altri capitoli della saga anche questo è stato sceneggiato direttamente dal suo creatore. Questo film per molti è una canzone e cioè: “Eye of the Tiger” dei Survivor. Era stata scartata anche come colonna sonora di Flashdance a favore di “Maniac” di Michael Sembello. Secondo Billboard, ‘Eye of the Tiger’ è stata la canzone n.1 del 1982.
Questo film mette in luce il problema ovvero che la saga di Rocky si è ridotta ad un culto malsano, del maschio muscoloso e virile che dimostra il proprio valore e il proprio orgoglio, con la violenza.
Simone T.
Quando vedi Rocky III, vedi un evoluzione anche fisica dei personaggi è vero, Stallone si trasforma completamente, l’olio sui muscoli risalta qualsiasi cosa, e sai già che perderà il primo incontro perchè fa tutto il contrario di quello che fino a quel momento abbiamo visto, è uno Stallone che avverte il personaggio e la gente, senza fatica e senza fame finirai male, ci vuole sacrificio.
Forse questo film è ancora più sbagliato dal punto di vista ideologico rispetto a Rocky II, si trasforma il personaggio e si trasforma l’autore. Pupillo di un’industria del cinema, che richiedeva incassi da sequel che lui accettava.
Simone T.
Forse Simone in questo caso ha ragione a testimonianza del finto che questo film racconta, vengono utilizzati due wreslter. Piccola curiosità Hulk Hogan è stato licenziato dal fondatore della World Wrestling Federation Vince McMahon Sr per aver interpretato Labbra Tonanti. Il figlio di Vince, Vince McMahon Jr. ha poi riportato Hulk Hogan nella WWF, dove ha dominato per anni.
Questo film fa acqua anche da un punto di vista tecnico perchè la regia è molto meno consapevole anche rispetto a quella di Rocky II, molto più meccanica, molto più ripetitiva, il montaggio molto meno pulito.
Simonte T.
Rocky III, è un forse anche un film molto sentimentale, c’è una trasformazione in ognuno dei personaggi: Rocky cambia del tutto, la moglie non è più quella donna timida che abbiamo conosciuto. Apollo è lo sconfitto, che accetta il corso della vita e porta Rocky ha riprendersi il titolo. Esce di scena il primo personaggio: Micky, l’allenatore, mentore del pugile di Philadelphia, muore a inizio film, il tutto vuole essere profondamente drammatico ma non arriva mai ad affondare il colpo veramente.
Il personaggio di Paulie, fratello di Adriana sembra essere l’unico attraverso il suo percorso, ad interpretare la volontà reale di Stallone sceneggiatore. La scena della bottiglia con il flipper è identica se vogliamo a quella di Balboa che scaglia il casco contro la sua statua inaugurata poco tempo prima, in piena celebrazione del pugile sulla via del ritiro. Ritiro che viene scongiurato dalle offese di Lang e in conseguenza di ciò arriverà la morte dell’allenatore, e la peggior sconfitta della carriera per Balboa. Un nuovo Rocky è questo il tema.
Curiosità: Prima che Rocky III venisse rilasciato, Stallone ha commissionato a A. Thomas Schomberg di realizzare una statua in bronzo del personaggio. Ne furono realizzate tre. Uno è stato installato in cima alla Piazza della scalinata per il film di Rocky. Il secondo è a San Diego nella Hall of Champions Sports Museum e il terzo è stato messo all’asta su eBay per tre volte, con un prezzo iniziale di $ 5 milioni, poi $ 3 milioni, e, infine $ 1 milione per raccogliere fondi per l’Istituto internazionale per lo sport e la storia delle Olimpiadi, ma non sono riusciti a venderla.
Adriana nel terzo film, comincia a chiamarsi Adrian. Il doppiaggio italiano scegli di cambiare riferendosi alla versione in lingua originale, non si sa bene il motivo della scelta.
Simone T.
L’allenamento con Apollo per ricominciare, ci porta a sperare in una vittoria, anche se all’inizio sembra il contrario, è abbastanza improbabile che Adriana e Rocky non abbiano mai fatto una luna di miele, poichè nelle scene iniziali in pratica il film scorre, mentre Balboa gira il mondo, insieme alla moglie, anche se per lavoro.
Proprio nel momento in cui ad allenare Rocky ci penserà Apollo si ha la conferma che è quella parte di esaltazione dell’ideologia del successo e dello show business ad avere la meglio. Il film è quindi parassitario e la saga ormai è diventata autocelebrativa.
Simone T.
Le vicende di Stallone e di Rocky vanno praticamente di pari passo. In ogni caso il film è un cult, le battute lo sono… il doppiaggio che lascia Proietti per Amendola è indimenticabile.
Non esiste domani.
Marco Giavatto e Simone Trevisiol.