L’Argante #125 || Tormentoni Estivi

Nel mondo della musica, soprattutto nella categoria dei musicisti, c’è sempre stata e ci sarà sempre (almeno speriamo) rivalità sul modo di suonare lo strumento, di come suonarlo e soprattutto perché suonarlo. Abbiamo la musica da camera che però può essere di intrattenimento, di sottofondo oppure con movenze virtuose; abbiamo la musica elettronica che si divide in “faccio ballare”, “faccio meditare”, “faccio riflettere”; e il rock? Sembra sempre uguale se si ascoltano le chitarre distorte ma no: esiste il rock godereccio (sesso e birra), quello politico e quello: “mi ha lasciato la ragazza, non so bene cosa dire ma lasciatemi sfogare!”.

Di solito è il musicista diplomato che deride in modo snob un genere popolare, dotato secondo lui di pochi voli pindarici – ed eruditi – assolutamente necessari perché si chiami musica quel che si sta ascoltando. É anche vero che il musicista autodidatta ( o che si è fatto da solo, magari nel proprio garage) si lascia anche lui andare a giudizi piuttosto pesanti sulla musica da conservatorio con toni anche un po’ machisti. C’è però un minimo comun denominatore tra tutti i generi musicali che è sicuramente il distrarre l’ascoltatore dai suoi pensieri grigi fino anche ad evitargli che si butti giù da un ponte perché rapito da note e ritmo di una qualsiasi musica che riesce ad accarezzargli l’ipofisi. Ad ogni modo diplomati e non, classicisti o romantici, dadaisti o neomelodici, continuino pure la loro tenera e appassionata guerra culturale che è il sale della vita; purchè restino concentrati, concentratissimi per gestire al meglio il verificarsi di un fenomeno quasi paranormale:  Perché ogni estate, ovunque, devono circolare canzoncine che monopolizzano qualsiasi luogo frequentato da esseri umani?

I cosidetti (chiamati ormai da decenni) Tormentoni dell’ estate, non sono proprio un genere musicale! Gli interpreti spessissimo non sono diplomati al conservatorio e altrettanto spesso non sono neanche tecnicamente cantanti. Il Tormentone estivo è forse rock? É forse dance? Ha forse riferimenti classici? Per niente! Il Tormentone estivo è apparentemente una “cafonata” ma con un background complessissimo. A scrivere, arrangiare e anche a decidere quando fare uscire sulle antenne di tutta la penisola il Tormentone estivo è un team di iper professionisti dello spettacolo che – mi scoccia dirlo – ha probabilmente molto più valenza di un’ intera orchestra sinfonica. Nessun musicista – anche il più erudito – sono certo potrà negare che il brano “Mille” cantato da Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti non abbia strappato l’estate scorsa almeno una sensazione di buon umore, e quindi una di queste voglie:

  •  Di fare festa
  •  Di ballare
  •  Di ricominciare
  •  Di continuare
  •  Di tollerare
  •  Di perdonare ecc..

E comunque a voler analizzare tecnicamente altri Tormentoni estivi, non è vero che sono tutti allegrissimi (a parte quelli tipo “The summer is magic” di qualche decennio fa ma li siamo al livello godereccio, effetto aspirina); per esempio la canzone “Riccione” dei Thegiornalisti che ha spopolato sulle radio estive qualche stagione fa, appare fresca e spensierata grazie all’ arrangiamento dance e alla voce rassicurante di Tommaso Paradiso; ma se la si spoglia degli strumenti, e la si canta da soli in camera alla maniera delle canzoni di Rino Gaetano gridando con una sola chitarra classica in mano, non è più così spensierata come appare. Ma la maggior parte degli ascoltatori che in estate ha voglia di divertirsi e basta – giustamente – non ha badato alla malinconia celata dietro al brano, ma si è fiondata sul ritornello che ripete “sotto il sole di Riccione, di Riccione” estrapolando quindi solo quello che veramente interessava (vedi effetto “The summer is magic”). E questa cosa insegna che quello che conta è il ritmo, l’ esplosione del ritornello e la spensieratezza. Anche Paradiso se ne sarà fatto una ragione, vedendo poi il suo conto in banca. Tanto, tantissimo è l’impegno dietro le quinte nella stanza dei bottoni. Se non ci sono questi ingredienti il Tormentone estivo non gira. Deve girare, lo si vuole, ci deve essere.

Una raccomandazione agli amici musicisti che hanno un po’ la puzza sotto il naso; piano con i giudizi perché i Tormentoni estivi possono essere come i pici cacio e pepe: sembrano facili da fare e invece ci vuole molta, ma molta “mano” per impiattarli bene senza che scadano in “burro e cacio” che è tutt’altra cosa. E poi “Mille”, fa molta più botta dell’assolo di violoncello. E’ una magia al contrario, ma pur sempre magia.

Manuele Marchi

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