L’Argante 92 || “Goodnight, love!” Addio a Angela Lansbury

Tutti abbiamo o abbiamo avuto nella vita una zia buffa ma dal volto dolce, con i capelli acconciati in maniera un po’ retro. E’ quella che riesce sempre a strapparci un sorriso. La zia buona che sa essere anche un po’ birichina, con il golfino dai colori tenui, il girocollo in perle e le unghie laccate. Quella che si capisce che da giovane doveva sapere il fatto suo, che ha un consiglio giusto per ogni occasione, che è chiaro che si è saputa tirare fuori da tanti impicci in passato. Quella che poi veramente “zia” non è; di solito è la cugina di tua nonna o la zia di tuo padre, ma non ha importanza perché tutti, indipendentemente dal vero vincolo di parentela, la chiamano così. La zia Maria. La zia Fedora. Ecco, senza voler peccare di arroganza – dato che si parla di una Dama, mentre io sono cresciuta a Vingone, Scandicci, e non ho parenti nobili (anche se la sopracitata zia Maria sostiene di discendere da dei marchesi) – io Angela Lansbury avrei voluto averla nella schiera delle “zie” simpatiche, quelle da cui farsi spiegare la vita. E’ una donna che ha saputo rimanere amica di un marito da cui ha dovuto divorziare quando egli ha scoperto di essere gay, è una donna che ha dovuto affrontare i gravissimi problemi di tossicodipendenza dei figli e poi la malattia del marito; il tutto a fianco di una carriera che include una cinquantina di film, innumerevoli episodi televisivi e numerosi spettacoli teatrali e musicali di grande successo.

Angela Lansbury, Oscar winner and 'Murder, She Wrote' actress, dead at 96 - The7 News Portal

L’11 ottobre – a soli cinque giorni dal suo novantasettesimo compleanno – se ne è andata un’icona del mondo delle arti, cara ai più per aver interpretato l’indimenticabile Jessica Fletcher in Murder, She Wrote. Non ho mai perso l’occasione per riguardare una puntata de La Signora in Giallo, incurante del fatto che l’effetto sorpresa del finale fosse ormai rovinato dalle molteplici visioni. Ci sarà un motivo, infatti, se la serie TV, che conta ben dodici stagioni, è valsa ad Angela Lansbury il numero record di dieci candidature ai Golden Globe e dodici candidature agli Emmy, riuscendo a far appassionare un pubblico internazionale. Ciononostante, è naturale provare un leggero fastidio per il fatto che gran parte della stampa italiana abbia voluto elogiare l’attrice associandola quasi solo ed esclusivamente al mitico personaggio della scrittrice di gialli, nonché detective amatoriale di Cabot Cove. Dame Angela Lansbury era, se permettete, molto di più.

ANGELA LANSBURY | Isabel Santos Pilot | Flickr

Nata a Londra, ma di origini in parte irlandesi, Angela Lansbury era figlia di un’attrice e di un politico del Communist Party of Great Britain. Rimasta orfana di padre giovanissima, fu costretta a fuggire negli Stati Uniti in seguito ai bombardamenti sulla capitale inglese ad opera dei tedeschi. Uno dei suoi primi lavori, a soli 16 anni, fu come cantante presso un nightclub di Montreal, il Samovar Club, presso il quale si esibiva nelle canzoni di Noel Coward. Una volta tornata negli States, e dopo non poche difficoltà economiche, la sua carriera prese il volo. A soli diciannove anni, Angela Lansbury ricevette la sua prima candidatura agli Oscar come Attrice non Protagonista per il film Gaslight (1943) con Ingrid Bergman e la regia di George Cukor.

Vestendo i panni di Sybil Vane ne Il ritratto di Dorian Gray (1945), l’attrice si aggiudicò un’altra nomination nella stessa categoria, eppure, si ritrovò – negli anni successivi – ad essere sempre più infelice dei ruoli che le venivano offerti, poiché le fu spesso richiesto di interpretare donne molto più grandi di lei, malvagie, e per lo più in ruoli minori. Arrivò a dire che Hollywood l’aveva resa vecchia prima del tempo…ma, per fortuna, vi era altro in serbo per lei.

“Hollywood made me old before my time”

Stava infatti prendendo il via la sua ascesa a Broadway, che l’avrebbe portata ad essere la punta di diamante di alcuni tra i musical più famosi a livello internazionale. Il primo fu Anyone Can Whistle di Stephen Sondheim nei primi anni Sessanta, ma il vero successo arrivò con Mame (tratto dal libro di Patrick Dennis dal titolo Zia Mame). La performance nei panni dell’eccentrica ed imperfetta eroina, caratterizzata da uno spietato senso dell’umorismo, premiò Angela Lansbury con un Tony Award come miglior attrice protagonista in un musical. Lo show era particolarmente impegnativo sia del punto di vista del cambio dei costumi (più di venti) sia per il fatto che richiedesse una notevole abilità anche nel campo della danza, oltre che in quello del canto. La quarantunenne Lansbury si fece trovare più che pronta per questa sfida, la prima vera, grande sfida sui palcoscenici di Broadway, stupendo anche i critici più titubanti.

Il secondo Tony arrivò a seguito della sua performance in Dear World, un adattamento musicale de La Pazza di Chaillot di Giraudoux, mentre un’altra famosa produzione di Sondheim, Gypsy – cui partecipò prima nel West End di Londra e poi in tour negli Stati Uniti e infine a Broadway – le valse il suo terzo “Oscar del musical”. Il quarto non poteva che giungere a fine anni Settanta grazie al suo ruolo da protagonista in quel racconto dell’orrore/capolavoro che è Sweeney Todd – The Demon Barber of Fleet Street, altro musical scritto da Sondheim e diretto da Harold Prince. Nei panni della pazza Mrs. Lovett, che si guadagna da vivere vendendo tortini ripieni di carne umana (quella delle vittime di Todd), Angela Lansbury è riuscita a donare ad un personaggio estremamente oscuro una chiassosa venatura di dark humor, alleggerendo così la cupezza del musical, incentrato sul tema della ricerca di una cieca vendetta.

Tornando al cinema, la sua interpretazione di una madre malvagia e manipolatrice in All Fall Down (1962) le consentì di essere scelta dallo stesso regista, John Frankenheimer, per vestire i panni di Eleanor Iselin in The Manchurian Candidate (1962), che le valse una nuova candidatura agli Oscar e l’inclusione del personaggio nella lista dei 25 migliori “cattivi” della storia del cinema, stilata dalla rivista Time. E come non ricordarla nei panni della straordinaria Salome Otterbourne in Assassinio sul Nilo (1978), pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Agatha Christie che riunì un cast più che stellare: Peter Ustinov nei panni di Hercule Poirot, David Niven nei panni del colonnello Johnny Race, accanto a Mia Farrow, Bette Davis, Maggie Smith e Jane Birkin. Un tale incontro di stile e talento ha reso questo uno dei migliori adattamenti cinematografici di un giallo della Christie. E solo David Niven e Angela Lansbury potevano riuscire nell’intento di cimentarsi in un tango allo stesso tempo così elegante e bizzarro, come avviene nella divertentissima scena che segue.

Più recentemente, negli anni Duemila, a 84 anni, un’instancabile Angela Lansbury è riuscita a vincere un quarto Tony come miglior attrice non protagonista in un’opera teatrale per Blithe Spirit, in cui ha interpretato Madame Arcati. Eppure, in aggiunta ai numerosi premi e alle ancora più numerose candidature, ci piace ricordarla anche per essere stata il volto gentile di alcuni dei personaggi a noi più cari fin dalla nostra infanzia targata Disney. Nel cartone animato La Bella e La Bestia (versione inglese) è proprio Angela Lansbury a dare la voce all’adorabile Mrs Potts (la teiera Mrs. Bric), permettendo alla produzione di vincere l’Oscar come miglior canzone per Beauty and the Beast. In un altro classico come Anastasia la Lansbury doppiò invece l’Imperatrice Madre, mentre in Pomi d’Ottone e Manici di Scopa interpretò Eglantine Price, un’apprendista strega cui vengono affidati tre bambini sfollati da Londra a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Broadway will dim its lights in tribute to 'Murder, She Wrote' star Angela Lansbury | CNN

Insomma, una carriera glamour ma non troppo; una vita vera vissuta fino in fondo tra Londra, l’America e l’Irlanda; una Via Lattea di grandi successi e di più fugaci soddisfazioni. Angela Lansbury era un’artista a tutto tondo, che ha attraversato le arti nelle loro diverse sfaccettature, sapendo mettere abilità e professionalità al servizio dei personaggi che interpretava. Angela Lansbury è riuscita ad attingere ai più profondi ed oscuri sentimenti umani come alla più leggera ironia per esprimere tutta la gamma delle emozioni di cui era capace. Una “zia”, forse con i capelli bianchi e qualche ruga in più, che rimane, lo si vede dall’aria sbarazzina con cui sorride, una fonte di ispirazione senza tempo, un faro luminoso che indica quali altezze e profondità si possono raggiungere quando si ha talento e cura di muoversi nel mondo con grazia, eleganza e dedizione. Una gioia per gli occhi e lo spirito cui non ci si stanca mai di assistere. Peccato solo che, come direbbe Mrs. Potts/ Mrs. Bric:

It’s past your bedtime. Good night, love.

 

Silvia Bedessi

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