L’Argante #66 Ambience videos e soundscapes: immergersi in una realtà (alternativa)

Ammetto di essere una persona piuttosto strana, ma io – e sospetto di non essere la sola – non riesco assolutamente a concentrarmi quando mi trovo ln un ambiente perfettamente silenzioso. Se dicessi che ho sempre odiato le biblioteche con tutta me stessa, farei un’affermazione inesatta, poiché, come è giusto che sia, da un punto di vista estetico e culturale, le adoro. Amo perdermi tra gli scaffali in cui file e file di libri aspettano solo di essere scelti, sfogliati, letti. Non parliamo poi delle biblioteche più antiche, quelle in cui i volumi pregiati, rilegati in pelle, sembrano addirittura emanare un’aura di magico mistero. E’ ugualmente vero, però, che equivale per me ad una tortura essere costretta a studiare o lavorare in uno spazio quasi totalmente privo di rumori, dove quelli – rarissimi – che interrompono la quiete balzano così tanto “alle orecchie” che anche lo scorrere dell’evidenziatore sulla pagina sembra dar fastidio al vicino. Al contrario, in un ambiente ricco di rumori di sottofondo, il singolo suono si confonde con l’insieme caotico, ma non invadente di stimoli sonori, il mio corpo si rilassa perché può concedersi di respirare liberamente e, paradossalmente, la mia mente riesce a concentrarsi molto meglio sul suo obiettivo primario. Mi sento confortevolmente abbracciata da una bolla sicura di suoni ovattati e allo stesso tempo astratta dal mondo che mi ruota intorno. E quando non posso rifugiarmi in un caffè per leggere o studiare, ad esempio quando è notte fonda e l’unico rumore è il rintocco regolare dell’orologio in cucina, indosso le cuffie e con appena un paio di click sul mio computer mi immergo nel paesaggio sonoro di un altrove più o meno familiare, in un rifugio audio-spaziale rassicurante e allo stesso tempo stimolante.

Ambience Videos

Esiste tutto un mondo di video, disponibili gratuitamente su YouTube, che uniscono grafiche animate a soundscapes e, talvolta, musica, molto apprezzati dalla community internazionale poiché ritenuti un modo per sfuggire per qualche ora dalla realtà, immergendosi in un mondo parallelo attraverso l’udito e la vista, magari mentre si legge un buon libro o ci si rilassa sul divano. Essi rientrano nella categoria degli “ambience videos” e riproducono ambienti quali la sala di un ristorante newyorkese, una biblioteca illuminata dalle candele, uno studio ricco di comode poltrone, una foresta incantata, la sponda di un fiume ai piedi di una cascata e molto altro. Oltre ad ammirare incantati le bellissime immagini animate, i video in questione ci permettono di trascorrere una o più ore (prive di pubblicità, viva Dio!) accompagnati dai suoni familiari e rilassanti del tintinnare delle tazze da tè, del pennino che si muove su una pergamena, dello scoppiettare del fuoco nel camino, dello scrosciare della pioggia o dell’incalzare del vento che si alza al di là delle finestre. Il tutto grazie a video realizzati apposta per noi da giovani creativi. “Sono pur sempre finzioni digitali”, direte. Eppure l’esperienza riesce ad essere piuttosto immersiva.

Soundscapes

 A dar vita all’espressione “paesaggio sonoro” è stato Raymond Murray Schafer, un compositore contemporaneo, padre, negli anni Sessanta, del World Soundscape Project presso la Simon Fraser University. I soundscapes sono l’insieme di suoni che caratterizzano un ambiente: vi sono le geofonie, ovvero i suoni generati dagli agenti atmosferici o da altri elementi della natura, come il rumore del mare o quello del tuono; tra le biofonie rientrano invece i versi emessi dagli animali; le antropofonie, sono, infine, i rumori generati dalle attività umane.

Immagine tratta dal sito eCONSCIENCE, che vi invitiamo a consultare per un’analisi più approfondita sull’argomento.

Potremmo riassumere dicendo che i soundscapes sono i suoni della vita, in tutte le sue forme e manifestazioni, udibili se ci si sofferma ad ascoltare ciò che ci circonda in un determinato luogo. Spesso sono suoni, per così dire, universali ed universalmente riconoscibili, capaci di ricondurci, anche se riprodotti in digitale, ad un ricordo, ad una sensazione, ad uno spazio che abbiamo occupato, vissuto, capaci – insomma – di restituirci un pezzettino della nostra identità, della nostra memoria e, addirittura, del nostro senso di comunità. Ogni luogo – in senso geografico e sociale – è, infatti, caratterizzato da rumori, che, se chiudiamo gli occhi e ci concentriamo attentamente, siamo in grado di identificare in maniera simile, se ne abbiamo fatto esperienza in modo uguale ad altri esseri umani, ma allo stesso tempo diversa, in base alla nostra sensibilità.

Soundscapes come ricostruzione della nostra storia

Un esempio di soundscape che mira ad immaginare e riportare alla luce frammenti della nostra storia ormai semi-sepolti nel passato è quello realizzato da Marinna Guzy, che ha ricreato e registrato, dopo lunghe ricerche sulla vita quotidiana del tempo e il reperimento di oggetti e materiali dell’epoca, i suoni che animavano le stanze di una casa Regency del 1800, situata a Savannah, negli Stati Uniti. Ha così fatto delle scoperte interessanti, realizzando, ad esempio, che a livello uditivo alcuni artefatti moderni, durante l’utilizzo, producono un rumore simile a quelli più antichi. A questo link è possibile dare un’occhiata ai risultati del suo lavoro.

Altri progetti, come quello intitolato Cities and Memory: Utopia, ci trasportano direttamente in una realtà immaginaria, utopica, appunto, come quella di Thomas More, che, nel 1516, aveva descritto nella sua opera letteraria una società ideale ubicata su un’isola-repubblica. Basandosi su una mappa della seconda edizione del libro, un gruppo di artisti ha unito le proprie menti per creare una playlist di brani (disponibile a questo link) che danno vita e forma a questo mondo fantastico, tramite suoni e musiche elettroniche che ci guidano lontano da dove ci troviamo realmente, in un viaggio tutto della mente.

Ambience videos e soundscapes come forma d’arte

La BBC ha individuato, in tempo di pandemia e lockdown, un’altra importante funzione dei soundscapes, ovvero quella di agire da antistress su chi li ascolta, come individuato dalla BBC con il suo progetto Soundscapes for Wellbeing del 2021, che invitava il pubblico inglese a partecipare ad incontri virtuali con la natura, grazie al lavoro della compositrice Nainita Desai e del tecnico del suono Chris Watson. Qualche anno prima, la National Gallery di Londra aveva invece realizzato un’esposizione dal titolo Soundscapes che, al motto di “Hear the painting. See the sound” (“Senti il dipinto. Vedi il suono“), aveva abbinato la sound art creata da artisti contemporanei ad un dipinto che aveva fatto da ispirazione al loro lavoro, in modo tale che il pubblico potesse avere una seconda strada per entrare in contatto con il quadro e farne esperienza. La mostra è stata stroncata da alcuni giornalisti e definita, addirittura, come la peggiore idea mai avuta dal famoso museo londinese. Tuttavia è sicuramente da premiare il coraggio di unire forme di arte così distanti e di tentare un esperimento senza dubbio interessante, che chiede al pubblico un sforzo di immaginazione ulteriore rispetto a quello richiesto normalmente davanti ad un dipinto.

Forse più semplicemente (ma poi nemmeno tanto), canali YouTube come ASMR Rooms, Miracle Forest, ASMR Weekly e Ambient Worlds (con centinaia di migliaia di follower) impiegano la loro creatività per realizzare la grafica animata dei nostri mondi di fantasia (e non) preferiti, oltre a raccogliere in giro i suoni che utilizzeranno per creare la sound art che caratterizza i loro video. Bastano un click e un paio di cuffie per essere trasportati nella Sala Comune dei Grifondoro ad Hogwarts, con il miagolio di Grattastinchi in sottofondo e la pioggia che sbatte contro le finestre della torre. Ci si può anche trovare a passeggiare sotto la neve per le stradine di Hogsmeade, subito dopo aver sorseggiato una bella Burrobirra a I Tre Manici di Scopa, come possiamo invece essere catapultati tra i chiassosi tavoli del Green Dragon Inn de Il Signore degli Anelli con l’allegra musica Hobbit a tenerci compagnia. Insomma, i mondi a cui poter accedere, per rilassarsi, concentrarsi o semplicemente evadere, sono molteplici e, a suo modo, i creatori di ambience videos sono i padri e le madri di vere e proprie produzioni artistiche, simili ai film che tanto ci piacciono, ma – a loro modo – diverse. E se avete voglia di creare anche voi il vostro piccolo mondo sonoro, vi consiglio di consultare il catagolo degli effetti sonori della BBC, che permettere di scegliere tra decine di migliaia di suoni e mixarli tra loro. Vediamo se siamo altrettanto bravi.

Silvia Bedessi

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