Lo so. Tra cinque giorni sarà Natale, quindi in questo momento il mio compito sarebbe quello di schierarmi da una delle due parti che sono state ben descritte da Silvia nel numero precedente dell’Argante, e decidere se scrivere qualcosa di gioioso che esalti questa festività, o qualcosa che invece la distrugga e faccia capire tutto il mio disprezzo verso tutta l’apparente felicità di questo periodo. La verità però è che il Natale, e tutto ciò ad esso legato, suscita in me una quasi totale indifferenza, che mi porta a non schierarmi da nessuna delle due parti e, soprattutto, mi porta in questo momento a scrivere un qualcosa che non abbia assolutamente niente a che vedere con il 25 dicembre.
Nel numero del mese scorso ho parlato di Enrico Rastelli, giocoliere della prima metà del ‘900 che ancora oggi viene considerato uno tra i più importanti al mondo. Nonostante la sua importanza però, in quasi cento anni la giocoleria ha subito un notevole stravolgimento, e il modo di giocolare di Rastelli è ben lontano da quello che vediamo oggi nella giocoleria contemporanea.
Non posso quindi fare a meno di fare una sorta di “parte due” dei miti del juggling (almeno per quanto mi riguarda), e parlare di quello che ritengo il giocoliere contemporaneo più interessante e innovativo in questo momento: Wes Peden.
Americano, classe ’90, ha iniziato a praticare giocoleria quando aveva cinque anni (cosa che ha contribuito a farlo diventare discretamente un mostro sotto il punto di vista tecnico), e ha continuato per diversi anni a formarsi da autodidatta, cercando in rete video più disparati di giocolieri provenienti da tutto il mondo.
Sotto questo punto di vista infatti, internet è stato la svolta per il mondo della giocoleria, che è diventata a portata di tutti: chi è alle prime armi può trovare tutorial ovunque, chi invece è più dentro a questo mondo può guardare e comunicare con una moltitudine di persone che hanno la stessa passione e vengono da esperienze e luoghi diversi, creando così uno scambio di tecniche e stili differenti.
Oltre a questo scambio però, internet è risultato particolarmente utile ai giocolieri anche per promuovere la propria arte e il proprio lavoro, grazie soprattutto ai social media e al numeroso materiale audiovisivo che ognuno può condividere sui propri canali.
E c’è da ammettere che, anche sotto questo punto di vista, Wes Peden è un mago. Secondo la mia opinione infatti, è uno di quelli che meglio è riuscito a sfruttare le potenzialità che la rete offre, riuscendo sia a farsi una grande pubblicità che attrae poi un pubblico numeroso ai suo spettacoli dal vivo, sia a guadagnare direttamente dai contenuti pubblicati in rete. Sul suo sito web infatti pubblica video, dalla durata di circa un’ora, che gli utenti possono acquistare al prezzo di 10/15€. In questi contenuti che realizza, anche se la giocoleria rimane comunque al centro dell’attenzione, l’artista attribuisce particolare importanza anche al “contorno”: gli ambienti e la scenografia sono molto studiati, la musica è scelta non a caso, e soprattutto, il lavoro registico che c’è dietro non è indifferente. L’elemento fondamentale dei suoi video (e anche dei suoi spettacoli) è sicuramente la creatività, che lo porta a sperimentare cose mai viste prima e a creare delle vere e proprie opere d’arte.
La maestosa tecnica che ci fa vedere, spesso non è fine a se stessa, ma è usata in funzione del prodotto artistico che vuole creare. I tricks che mostra, ideati da lui stesso, vengono creati dopo un periodo di sperimentazione, in cui non solo sono importanti gli oggetti che vengono lanciati, ma anche la relazione che essi hanno con il corpo del giocoliere. È importante per lui che tutto risulti fluido, non macchinoso. Ogni trick, dopo essere stato sperimentato, viene filmato, perché è solo riguardandosi che può riuscire a comprendere se i movimenti del suo corpo risultano armoniosi, se le forme che vengono fuori dalla relazione tra il corpo e gli oggetti sono piacevoli e interessanti e se il tutto risulta abbastanza leggibile per il pubblico (stando attento anche alla differenza tra un pubblico di giocolieri, che riescono a comprendere le difficoltà di un esercizio e quindi apprezzarlo di più, e un pubblico di persone che invece non praticano la disciplina, che non sempre riesce a percepire la complessità di quello che vede, ed apprezza quindi di più le cose più godibili a livello estetico). Se il trick passa tutti questi test, allora può essere inserito nel video o nello spettacolo.
Ci sono occasioni in cui non utilizza solo gli oggetti e il suo corpo per fare giocoleria, ma fa diventare parte attiva del numero anche l’ambiente che lo circonda. Un esempio perfetto lo possiamo vedere nel video PARADE! (Street Juggling in Stockholm), pubblicato sul suo canale Youtube, dove attraversa strade, parco giochi, skate park, scalinate e quant’altro, trovando ogni volta una soluzione nuova per lanciare e riprendere oggetti.
Detto tutto questo, sembriamo ora lontanissimi dai tempi in cui Rastelli mandava in visibilio il pubblico tenendo sei o sette palloni in equilibrio ovunque. Pensandoci bene però, molte cose accomunano Wes Peden a Enrico Rastelli: la tecnica da far paura, l’utilizzo di tutto il corpo che entra in relazione con gli oggetti, la ricerca della sinuosità, e soprattutto, la voglia irrefrenabile di sperimentare e innovare un’arte che esiste, ormai, da millenni.
Irene Bechi