La sua mente è già occupata dai primi abbozzi di un nuovo progetto (che a parole sue potrebbe essere una specie di rifacimento ideale di “Match Point” ambientato a Parigi), perché nemmeno la valanga di fango – o forse di sterco – che gli è stata viscidamente scaricata addosso negli Stati Uniti è riuscita a recidere il suo impeto artistico instancabile… Da sempre incompreso dai “rozzi” americani e da sempre ammirato dai “colti” europei (ai quali lui stesso si è sempre sentito spiritualmente e intellettualmente assai più affine rispetto ai più “scontati” conterranei a stelle e strisce), il maestro WOODY ALLEN ha spento ottantasei candeline sulla sua torta di compleanno il 1 dicembre: perciò, come ormai è consuetudine, ho già provveduto a preparare una recensione a mo’ di omaggio sul mio canale YouTube (L’umile CINEanalista) nuovamente dedicata al cineasta/umorista fra i più popolari del Novecento, questa volta interessata a riflettere sulla sua ultima – in ordine di tempo, ma altre ne verranno, almeno speriamo – fatica cinematografica, giocata in parte anch’essa su alcune emblematiche frizioni “cinefile” fra il vecchio e il nuovo continente…
Il nuovo film di Allen su Amazon Prime Video
Dimmi quali sono i tuoi film e registi del cuore e ti dirò chi sei: l’ebreo cinefilo Mort Rifkin, ennesima controfigura attoriale alleniana, stravede soprattutto per il cinema europeo d’autore, onirico e filosofico, soave e intramontabile… Ma oggi sono in auge il buonismo all’americana, il realismo spicciolo, la denuncia politica opportunista, la brama di incassi facili, l’abuso del termine “capolavoro”… Al povero Mort non rimane che coccolarsi con l’arte dei veri maestri del grande schermo (che viene rievocata direttamente, mediante affettuosi rifacimenti ad hoc di alcune scene), che tuttavia – essendo il cinema la migliore seduta di psicanalisi esistente – accoglierà al suo interno le fisime esistenziali del protagonista… È sempre il solito Woody Allen? Sì, fra il “Basta che funzioni” e il “Giorno di pioggia” newyorkese dell’anno prima, ma con un sentore di avvicinamento senile al trapasso (incarnato dalla morte de “Il settimo sigillo”) che ne acuisce la dolente verità, in parte ottimista ma in parte apertamente sconsolata… Interpreti tutti ammirevoli, humor fra garbo e acidità, cromatismi fotografici da magia (firmati Vittorio Storaro): fatevi un regalo, guardatelo su Amazon Prime Video!
Di nuovo, auguri a WOODY ALLEN (1 dicembre 1935)! Se vi va, potete ascoltare il mio parere (completo di voto) su “RIFKIN’S FESTIVAL” (e su tanti altri film) sul mio canale YouTube, L’umile CINEanalista!
Simone Trevisiol