Pocahontas esce nei cinema nel 1995 e sarà uno dei film Disney più suggestivi sia dal punto di vista grafico sia per i suoi toni drammatici. Si sceglie infatti di dare a questo film una maturità nuova, inedita. L’intensità della sceneggiatura è aiutata anche dalla veridicità della storia, (Pocahontas infatti è realmente esistita ed ha davvero salvato la vita a John Smith) ma soprattutto dalla caratura della sua protagonista: tra le più forti e coraggiose della storia Disney.
Un destino in comune
A qualsiasi latitudine si trovi una principessa avrà sempre a che fare con l’annoso problema di dover trovare un marito. E infatti anche Pocahontas, come Jasmine poco prima di lei (potete trovare un nostro approfondimento sulla principessa di Aladdin qui), è invitata caldamente dal padre a prendere in sposo un uomo al più presto, in questo caso addirittura già scelto da lui.
Capo Powhatan: figlia mia, Kokuum sarà un ottimo marito; è leale, forte, ti costruirà una casa con mura robuste. con lui sarai al sicuro. […] Tu sei la figlia del capo, devi prendere il tuo posto tra la nostra gente. Anche i ruscelli tra le montagne si ricongiungono un giorno al grande fiume.
Guarda il fiume scivola, e mai le rive invaderà. Seguirà la retta via, e guai a chi non lo farà. Tranquillo, e tranquillo lui vivrà.
Ma Pocahontas, come ormai tutte le principesse dagli anni ’90 in poi, non ci sta.
Pocahontas: vuole che me ne stia tranquilla come un fiume… ma un fiume non è tranquillo.
Dovrei scegliere una via
Per capir la vita mia
O se sposare KoKuu
Ma come può finir così
O tu sei li
Li per me
Mi aspetti
Dietro il fume aspetti
Me
Anche Pocahontas, come le sue colleghe prima di lei, sa che la sua strada è un’altra, sente di dover seguire il suo sogno, crede di dover essere fedele a se stessa in primis, anche se questo può portarla a disonorare suo padre. Non sa ancora cosa la aspetta, ma è certa che il suo destino non è accanto ad un uomo che non ha scelto. L’arbitrio delle protagoniste femminili sul proprio destino è ormai un must a cui la Disney ci ha abituato, salvo poi farle capitolare beate sul finale tra le braccia del principe azzurro. Tutte… tranne una.
Il primo incontro più intenso di sempre
L’incontro tra John Smith e Pocahontas è denso di pathos come mai si era visto fino ad adesso.
Lui ha già acceso la miccia del fucile che imbraccia dietro la cascata dove si nasconde, pronto per freddarla, balza oltre l’acqua quando riconosce la sagoma di una donna bellissima apparire tra la nebbia. Il commento musicale thriller colora il tutto con una drammaticità altissima. I due si guardano, si guardano e si guardano ancora, per molto tempo (esattamente un minuto cronometrato). Credo che in pochi altri cartoni o film addirittura ci sia un primo incontro così intenso. Lo sguardo della principessa è magnetico, profondo, interrogativo, così reale e così carnale. La principessa “selvaggia” è la più umana vista finora. É una donna reale, piena di emozione, di passione, di vita. Non c’è ironia in lei, non c’è intrattenimento ma uno spessore psicologico complesso e intrigante che affascina e che rapisce. E John Smith lo capisce dal primo momento che la guarda. Per questo non riesce a toglierle gli occhi di dosso. E anche per noi è lo stesso e non ci pesa contemplarla per un minuto intero. Anzi, forse saremmo rimasti a guardarla ancora più a lungo.
Non come te
Pocahontas è innovativa con tutto il suo essere e porta con sé delle tematiche assolutamente nuove e rivoluzionarie. Primo tra tutti il tema della diversità. Di fronte a un miserissimo John Smith che la apostrofa come “selvaggia” lei risponde con uno dei brani più incantevoli e potenti allo stesso tempo di tutte le colonne sonore mai scritte:
Tu credi che ogni cosa ti appartenga
La Terra e ogni paese dove vai
Ma sappi invece che ogni cosa al mondo
E come te ha uno spirito, un perché
Tu credi che sia giusto in questo mondo
Pensare a comportarsi come te
Ma solo se difenderai la vita
Scoprirai le tante cose che non sai
Hai sentito mai pregare un lupo verso il blu?
Che sai tu della lince, che ne sai?
Sai cantare come cantan le montagne
Pitturare con il vento i suoi colori
Riscoprendo un po′ d’amore nel tuo cuor
Chi sa la vita cos′è
Se la fermerai neanche tu saprai
E non sentirai quel lupo e il suo pregare mai
Almeno fino a che non lo vorrai
Non distinguer dal colore della pelle
Che una vita in ogni cosa scoprirai
E la Terra sembrerà
Solo terra finchè tu
Non dipingerai più amore dentro te
Pocahontas riconosce e rispetta la ricchezza della diversità, la vita che si cela dietro ogni cosa, indipendentemente dalla sua natura. Niente appartiene a nessuno, e nessuno viene vincolato. Ogni essere è libero e lei ne è un esempio tangibile. L’impermanenza è una legge della Vita che Pocahontas conosce e rispetta e in virtù di questo si svincola dal bisogno di possesso nel senso più vero del termine, tanto da rinunciare all’uomo che ama. Si fa esempio concreto di ciò in cui crede testimoniando con le proprie scelte la forza delle proprie convinzioni.
Happy ending?
Rispetto alle precedenti principesse che conoscono l’amore nell’unica forma consentita dalle fiabe a lieto fine Pocahontas cambia drasticamente rotta e sceglie di esprimere il suo amore lasciando andare il proprio uomo: “Io servo qui” dirà a John Smith che vorrebbe portarla via con sé anteponendo i bisogni della sua comunità ai suoi. L’amore come sentimento universale, panico, che abbraccia molto più che solo due individui qui trova la sua espressione totale, figlio di una cultura antica e profondamente rispettosa della Vita. Il finale dunque apparentemente triste e profondamente traumatico per la maggior parte delle spettatrici abituate al “vissero per sempre felici e contenti”, sancisce il confine tra la fiaba e la vita reale, laddove una donna trova il coraggio di amare lasciando andare. Quello di Pocahontas non sarà un happy ending come siamo abituati a vederlo, ma veicola una consapevolezza ed un coraggio nuovi e inconsueti, donando un nuovo modello nel panorama delle Donne a cui ispirarsi.
Tutto perfetto fin qui… potevano fermarsi?!
John Smith: preferisco morire domani che vivere 100 anni senza conoscerti. Non mi lascerai mai, qualunque cosa accada sarai sempre al mio fianco, per sempre.
Questo dice John Smith alla sua Pocahontas quando pensa di stare per morire. Questo ripete Pocahontas al suo John mentre lui sta per salire sulla nave che lo sta per portare nel vecchio mondo. E questo è tutto quello che ci serve per poter affrontare la tragedia che sta per consumarsi davanti ai nostri occhi: la certezza che sarà un amore vero immortale e la speranza che prima o poi lui tornerà da lei. E invece no. La Disney ci ha tenuto a rovinare per sempre questo meraviglioso finale secondo solo alla storia di Romeo e Giulietta raccontandoci che no, non è così che va a finire. Pocahontas 2 rovina tutti i sogni, tutte le consapevolezze raggiunte fino ad ora non solo facendo andare Pocahontas a Londra e conciandola come Maria Antonietta di Francia, ma ci fa sapere senza alcun tatto che John Smith nonostante abbia potuto non ha mai più fatto avere sue notizie alla sua amata senza alcuna buona ragione e fa innamorare la nostra eroina di un altro occidentale di nome, a scanso di equivoci, John. Certo l’abbiamo detto, la storia di Pocahontas è una storia vera e nella realtà davvero lei sposò un altro John. Ma anche la Sirenetta di Andersen diventa schiuma e le sorellastre di Cenerentola si tagliano i piedi per farsi entrare le scarpette… non per questo la Disney non ci ha usato la cortesia di cambiare il finale! Se non l’ avete ancora visto fatevi una cortesia: evitate di vedere il sequel. Io personalmente cercherò di rimuoverlo dalla mia memoria ancorandomi al ricordo di una nave che se ne va e una donna coraggiosa che la guarda sparire all’orizzonte.
Serena Politi