Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima. -Ingmar Bergman.
Lo scintillio della 78ª Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia continua a risplendere tra gli echi della stampa ancora giorni dopo dalla sua fine.
Ma a cosa si deve tutto questo brusio?
Come ogni anno nei giorni settembrini che ospitano la mostra cinematografica, Venezia, già pittoresca e magica di per sé, assume una metamorfosi degna di un set cinematografico. Il Lido, sede ospitante del Festival, diviene così una dimensione estraniante da ogni realtà essenziale per far posto ad una visione di trasporto emotivo e coinvolgimento mentale da vivere senza la percezione dello scandirsi del tempo. Poco più di una settimana durante la quale è possibile immergersi in opere filmiche di qualità e poterle assaporare in anteprima, per i più fortunati con gli autori stessi in sala di proiezione.
Un po’ di storia:
il cinema è l’opposto della politica: si sa che è finzione ma si può lo stesso raccontare la verità a partire da una storia che tutti sanno essere finta. La politica al contrario pretende di dire la verità, ma poi alla fine è tutto cinema. -Luc Besson.
Dal 1932, la mostra del cinema di Venezia porta avanti una tradizione di importanza e richiamo mondiale. In principio la mostra era subordinata all’antica biennale di Venezia. Riconoscendo al cinema l’appellativo: ottava arte, da un’idea dell’allora Presidente della Biennale Giuseppe Volpi (a cui si dedica uno dei premi attuali per la miglior interpretazione maschile), dello scultore Antonio Maraini e del critico cinematografico Luciano de Feo, si è convenuto dislocare l’evento cinematografico in una sezione autonoma e parallela. La prima edizione fu inaugurata negli interni dell’illustre Hotel Excelsior, affacciante sul mare del lido di Venezia. In quegli anni alte istituzioni culturali e politiche contarono sull’appoggio del regime fascista che vedeva nel cinema un abile e vantaggioso veicolo propagandistico. Sulla base di quest’ultimo motivo, i primi premi che vennero assegnati mostrano le interferenze del regime sempre più maneggione, arrivando persino a vietare la partecipazione di film sovietici. Bisognerà aspettare il 1941 per l’arrivo dell’odierno premio ufficiale: Leone d’Oro ed una più libera manifestazione.
Questo festival, il più antico e tra i più prestigiosi al mondo, deve la sua distinzione nell’aver mantenuto l’antico valore aggiunto e originario del cinema: una partecipazione e fruizione collettiva di un’opera artistica. In un’unica area, artisti, giurie, esperti, professionisti, appassionati, maestranze, cittadini, divengono un’unica espressione comune: Pubblico. Tutti vivono la ricezione di un rito collettivo, rivelazione di una cultura cinematografica e sempre innovativa.
Una festa che si spende tra Arte e charme dove il primo piano viene conquistato dall’assoluta bellezza. Una bellezza fatta di persone, di colori, di luci e di atmosfere che rendono la mostra del cinema un’esperienza unica nel suo genere.
Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un’ora e mezza non ci pensa. -Jimm Carrey.
Dal 2012 Alberto Barbera cura la direzione della Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. Negli ultimi due anni la direzione ha vinto egregiamente la sfida contro una resistenza pandemica che sembrava non offrire alcun presupposto per una buona riuscita del festival. Ma poiché lo spettacolo deve continuare, se pur con diversi accorgimenti, la mostra ha permesso al suo pubblico di rivivere ancora la sua amatissima tradizione.
In un periodo come questo in cui la vita è macchiata continuamente di instabilità, angoscia e buio, una realtà come la mostra del cinema è in grado di restituire uno spiraglio di luce. Offre la possibilità di scappare per un po’ da questa fredda e distaccata attualità per rifugiarsi nelle fantasie, nelle storie e nei mondi raccontati attraverso le diverse opere presenti al festival.
Nel prossimo post-it maggiori dettagli riguardo all’ultima edizione.
Gaia Courrier.